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Giovane muore durante una colluttazione con i carabinieri

Un giovane di 29 anni, Vincenzo Sapia, è morto oggi nel corso di una colluttazione con due carabinieri intervenuti per calmarlo dopo che aveva dato in escandescenze. Il fatto è accaduto nella frazi…

Pubblicato il: 23/05/2014 – 22:00
Giovane muore durante una colluttazione con i carabinieri

Un giovane di 29 anni, Vincenzo Sapia, è morto oggi nel corso di una colluttazione con due carabinieri intervenuti per calmarlo dopo che aveva dato in escandescenze. Il fatto è accaduto nella frazione Mirto di Crosia, nel cosentino.
Secondo i primi rilievi del medico legale, il decesso potrebbe essere stato causato da un infarto. Il pm della Procura di Castrovillari sta sentendo le persone che hanno assistito al fatto e disporrà l’autopsia per stabilire le cause della morte.
Stando ad una prima ricostruzione, l’uomo, stamani ha sfondato il portoncino di un edificio situato davanti all’ufficio postale di Mirto Crosia dicendo che stava cercando un cane smarrito. Alcuni passanti, vedendo la scena, hanno chiamato i carabinieri. Quando i due militari sono giunti sul posto, hanno trovato Sapia, descritto come un uomo di corporatura molto robusta, fermo davanti all’ufficio postale, apparentemente tranquillo, ed hanno iniziato a parlarci.
Improvvisamente l’uomo, secondo le testimonianze raccolte da pm e carabinieri, si è denudato rimanendo in mutande. Quindi ha aggredito un carabiniere, mettendogli le mani al collo e colpendolo. Anche l’altro militare è intervenuto. Ne è nata una colluttazione durante la quale Sapia si è accasciato a terra. Sul posto sono subito intervenuti i medici del 118, che hanno anche usato un defibrillatore, ma per l’uomo non c’è stato niente da fare.
Il pm di turno alla Procura della Repubblica di Castrovillari sta già sentendo i testimoni del fatto e nelle prossime ore disporrà l’autopsia sul corpo di Sapia. A Mirto Crosia si sono recati il comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza Giuseppe Brancati, il comandante del reparto operativo Vincenzo Franzese ed altri ufficiali. L’Arma mantiene un riserbo assoluto sulla vicenda, ma dal Comando provinciale di Cosenza trapela la volontà di massima trasparenza su quanto accaduto e l’assoluta fiducia nell’autorità giudiziaria che coordina le indagini.

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