«Le elezioni europee hanno indubbiamente rappresentato una vittoria per il Partito democratico, ascrivibile a mio avviso a un rafforzamento della radicalizzazione dello scontro tra Renzi e Grillo. Centinaia di migliaia di voti, se non milioni, dell’area moderata sono andati al Pd». Lo afferma il coordinatore regionale del Nuovo Centrodestra, senatore Antonio Gentile, in una lettera aperta ai segretari e responsabili regionali di Forza Italia, Udc, Fratelli D’Italia, Cdu, Psi, Pri e Pli.
«Il dato dell’astensione – aggiunge – e la particolarità del voto europeo possono servire a comprendere meglio il fenomeno. Pur tuttavia in Calabria l’area di centrodestra ha tenuto, se si considera che la somma complessiva dei voti è di poco inferiore alla coalizione tra Pd e Tspiras. Alle amministrative abbiamo conquistato Montalto Uffugo e possiamo vincere a Rende, i due unici comuni a doppio turno, e vinto in diversi centri importanti delle cinque province. Credo sia opportuno iniziare a fare una riflessione per le prossime elezioni regionali, che quasi certamente si terranno in autunno e che devono vederci preparati con un candidato unitario e un programma che non sia la ripetizione liturgica di enunciazioni sterili».
Gentile ricorda come nei giorni scorsi abbia «proposto di utilizzare lo strumento delle primarie che darebbe linfa al nostro elettorato. Non ho posto la questione come totem, perché so che in politica i dogmi non esistono. Penso che l’area del centrodestra, rappresentativa delle istanze laiche, moderate, riformiste della Calabria, possa ancora vincere in Calabria e lasciare un segno nell’amministrazione. Immagino un programma condiviso che guardi a un utilizzo integrale delle risorse comunitarie, alla messa in rete dei tre Atenei, a una progettualità innescata sulla ricerca e sulla dimensione mediterranea del know-how calabrese. Continuo a ritenere la politica l’unico strumento serio di elaborazione e di riflessione contro le vulgate del giacobinismo che non impressionano più di tanto i cittadini, pur in presenza di una congiuntura economica con pochi precedenti». Il senatore alfaniano ritiene «indispensabile, anche se nella logica bipolare avviare un processo orizzontale tra ogni singolo partito, poiché è sacrosanto valorizzare ogni forza politica senza prevaricazioni. Ciò non toglie – evidenzia inoltre Gentile – che le formazioni di maggiore consenso possano e debbano esprimere una valutazione prioritaria sulle persone da poter scegliere, nell’alveo di un’indispensabile e vincolante accettazione generale che trasmetta entusiasmo e senso di partecipazione. Per quanto mi riguarda, a nome del Nuovo Centrodestra, inseguo fortemente l’armonia tra i partiti dell’area moderata e credo nella possibilità di formulare un progetto identitario comune che ci porti a vincere. Si tratta di disegnare un percorso e stabilire unitariamente un candidato, il migliore possibile, lasciando da parte campanilismi beceri. Le ambizioni sono diverse e legittime, ma è indubbio che uno solo dovrà essere il candidato, con una reputazione e una credibilità che vadano al di là degli steccati e un’esperienza amministrativa sufficiente a garantire ai corregionali di poter guidare la Regione con abnegazione».
Poi Gentile si permette «una digressione letteraria proprio in memoria di un grande scrittore borghese, Giuseppe Berto, del quale si ricorda quest’anno il centenario della nascita e che è sepolto a Capo Vaticano, e che scrisse negli anni settanta un bellissimo libro, “Modesta proposta per prevenire”, nel quale tracciava una linea importante della strada dei conservatori e dei laici italiani, uniti dal rifiuto dell’ideologia comunista: un percorso irto di ostacoli, ma pieno di risorse e di opportunità. Non inseguiamo mode o stereotipi – dice ancora il parlamentare di centrodestra – ma disponiamo di donne e di uomini in grado di condurre questo processo come primus inter pares, coniugando il mandato popolare con il rispetto per ogni singola forza che contribuirà a decretarne la vittoria. Credo che sia opportuno partire da questa premessa per arrivare a coinvolgere movimenti civici e liste di amministratori, radicandoci sempre di più sul territorio».
Ncd – conclude – «non esercita opzioni, né rivendica egemonie. Sono certo che potremo insieme essere protagonisti del nostro destino e intorno a questa ipotesi vi chiedo un incontro urgente, da effettuare la prossima settimana, al fine di iniziare a discutere proficuamente dei percorsi che dovranno portarci entro fine giugno a scegliere il candidato/a alla Presidenza. L’ipotesi concreta di un voto a novembre non ci consentirebbe di far passare inutilmente luglio e agosto e anche qualora le burocrazie dovessero concludere per un voto a scadenza naturale, non sarebbe certo uno svantaggio poter disporre anticipatamente del programma e del nome comune. La vittoria delle forze liberal-cattoliche e riformiste sarà possibile solo se ragioneremo in maniera unitaria senza divisioni e senza riversare sul presente competizioni o diffidenze che, seppure in una logica dialettica democratica, devono lasciare spazio a convergenze ampie». (0070)
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