CATANZARO Il blitz si consuma attorno all’ora di pranzo. Peppe Scopelliti varca il portone di Palazzo Alemanni quando mancano pochi minuti alle 13. E già questa sarebbe una notizia, perché non si capisce cosa ci faccia nella sede della giunta regionale un ex presidente che il 29 aprile si è dimesso dall’incarico e il giorno successivo è stato sospeso per effetto della legge Severino, dopo la condanna a sei anni per falso e abuso d’ufficio rimediata nel processo Fallara.
Scopelliti fa capolino proprio nel giorno in cui la giunta deve approvare l’assestamento di bilancio – martedì 3 giugno approderà in consiglio regionale per l’approvazione definitiva – e ufficializzare alcune nomine nella sanità. E sono proprie quest’ultime a interessare Scopelliti, desideroso com’è di consumare la vendetta nei confronti di chi all’interno della sua maggioranza ha remato contro la sua elezione al Parlamento europeo.
Il primo a farne le spese è Gianfranco Scarpelli, politicamente molto vicino alle posizioni dei fratelli Pino e Tonino Gentile, che proprio oggi – su esplicita richiesta di Scopelliti – è stato rimosso dall’incarico di direttore generale dell’Asp di Cosenza. La decisione è passata con il voto contrario di Pino Gentile e con l’astensione degli assessori di Forza Italia e dell’Udc, che volevano conoscere il curriculum del nuovo manager prima di esprimersi. Il sostituto di Scarpelli arriva da Roma e si chiama Alessandro Moretti. È stato già direttore amministrativo dell’Asl Roma A ed è vicino all’ex governatrice Renata Polverini oltre che all’attuale subcommissario per la sanità calabrese Andrea Urbani.
Siamo alla resa dei conti, insomma. Con Scopelliti intenzionato a vendicare il mancato successo nella competizione elettorale di domenica scorsa tanto da rimanere barricato nel suo ex ufficio – a differenza di quanto successo negli anni Novanta al vecchio Giacomo Mancini a cui, dopo essere stato sospeso dall’incarico di sindaco di Cosenza, fu impedito di entrare nell’ufficio di Palazzo dei Bruzi; gli autori della provocazione furono Sergio Aquino e Roberto Occhiuto, all’epoca consiglieri comunali – fino a quando non è arrivata la certezza del via libera al turnover al vertice della più grande Azienda sanitaria provinciale della Calabria. E la repentina defenestrazione di Scarpelli (fatto rimanere in precedenza alla guida dell’Asp nonostante l’interdizione di 2 mesi dai pubblici uffici disposta dalla magistratura dopo aver indebitabitamente assegnato compensi per 900mila a un legale), difeso a oltranza fin quando i Gentile hanno assicurato a lui fedeltà e sostegno, è la dimostrazione che nel centrodestra siamo ormai al redde rationem.
Il commento più duro a quanto successo arriva dal segretario del Pd calabrese Ernesto Magorno: «Quanto successo oggi in giunta è gravissimo. Scopelliti, sospeso dopo la condanna, si permette ancora il lusso di dettare la linea a una giunta che resta in carica solo per l’ordinaria amministrazione. Non tocca a me difendere Scarpelli, né ho intenzione di farlo adesso, ma il diktat dell’ex governatore è un fatto che deve far riflettere tutti e viene tirato fuori solo per punire i fratelli Gentile che non lo hanno votato alle europee».
an. ri.
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