«La vostra è una terra nobile e antica, piena di grandi messaggi umani ma anche di tanta sofferenza. La presenza di Papa Francesco sarà intrisa di luce e speranza». Anche monsignor Giancarlo Bregantini aspetta con grande interesse l’arrivo di Bergoglio in Calabria il prossimo 21 giugno. L’attuale arcivescovo della diocesi di Campobasso-Boiano – che conosce perfettamente la nostra terra dove ha svolto la sua azione pastorale per oltre 25 anni – ha già incontrato il Pontefice e sa che ha a cuore i problemi della nostra regione. «A lui direi tre cose: che la Calabria è uno dei luoghi più significativi del Sud; che ha bisogno di aiuto e sostegno, anche spirituale, affinché torni ad essere centrale perché purtroppo dai governi Monti in poi è stata un po’ dimenticata; e che, oltre alla stima e all’appoggio, a questa regione servono aiuti concreti. Importantissima sarà la visita ai detenuti: è eloquente il gesto di porsi davanti alla realtà del male. Sarà interessante capire come si esprimerà sulla ’ndrangheta. È un viaggio di grande attesa».
Non è casuale la scelta di Cassano, recentemente teatro di episodi tragici: dall’uccisione del piccolo Cocò – bruciato nell’auto assieme al nonno e al quale Papa Francesco ha già rivolto il suo pensiero durante l’Angelus – all’omicidio di un prete. «Sicuramente – ha detto Bregantini – il Pontefice manderà un messaggio forte e farà accuse chiare. Ma il suo sarà soprattutto un monito di speranza». (0050)
(L’intervista integrale a monsignor Bregantini a firma di Mirella Molinaro è pubblicata sul numero 153 del Corriere della Calabria, in edicola fino al 5 giugno)
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