COSENZA I suoi supporters lo vorrebbero sfidante alle primarie, ma lui, per il momento frena. Mario Maiolo, consigliere regionale del Pd, reduce del buon risultato elettorale conseguito alle Europee – seppur non eletto – potrebbe cimentarsi in una nuova sfida politica: le competizioni per divenire il candidato governatore del centrosinistra in Calabria. A fare il tifo per l’esponente democrat soprattutto i comitati elettorali che lo hanno sostenuto nel corso dell’ultima campagna elettorale per ottenere uno scranno a Bruxelles che per questo hanno lanciato in rete l’hashtag #xmaiolopresidente. «Siamo più che mai convinti – si legge nella nota del comitato – della direzione già intrapresa con il voto libero e consapevole espresso per Mario Maiolo alle scorse consultazioni elettorali e, con il presente appello #xmaiolopresidente, pensiamo di unirci ed esprimere la volontà di migliaia di cittadini calabresi che hanno intravisto e interpretato i segnali di un nuovo corso per la Calabria. Persone come noi, giovani, padri e madri, hanno deciso di afferrare per mano la speranza di poter incidere sul cambiamento che la nostra Regione aspetta da troppo tempo. Pertanto, riteniamo sia un dovere non disperdere le energie positive raccolte intorno alla candidatura di Mario Maiolo e, soprattutto, intorno al voto espresso a conclusione di una campagna elettorale che ha condotto a un risultato unico». Un sostegno forte che il diretto interessato non sembra voler cogliere. Almeno per il momento. Troppe, allo stato attuale, le variabili che giocano per un rinvio di una sua diretta partecipazione. Ad iniziare dall’appuntamento fissato per mercoledì prossimo a Palazzo Campanella. Sarà quella la sede per capire se questa legislatura è arrivata al capolinea o se ci sono ancora margini per proseguire. E poi c’è l’assisi dei democrat di venerdì 6 in cui il partito dovrà decidere se ci saranno o meno le primarie. Una partita importante che servirà anche a comprendere se il Pd calabrese seguirà le orme del rinnovamento tracciate da Renzi – con primarie vere e non di facciata – ovvero ripercorra le vecchie logiche che prevedono lunghi ed estenuanti incontri per scegliere il candidato da mettere in campo per il centrosinistra. Certo che per non celebrare le primarie – Statuto democrat alla mano – dovrebbe esprimersi i 3/5 dell’assemblea. Una percentuale altissima che dimostrerebbe, se si votasse per l’azzeramento delle consultazioni della base, il basso livello d’innovazione della direzione del Pd. Da qui, dunque, la riserva che ancora ostenta Maiolo, ma che potrebbe ¬– è qui il condizionale decisamente d’obbligo – essere sciolta il 9 giugno prossimo. Quando il consigliere del Pd ha in programma di riunire i suoi a Rende per ringraziarli delle 45.458 preferenze ottenute in Calabria nella disfida europea. Se dovesse optare per la discesa in campo e tutte le altre opzioni dovessero realizzarsi dovrà vedersela con Mario Oliverio e con Giannetto Speranza. Gli unici che per il momento si sono già candidati per l’eventuali primarie del Partito democratico.
Roberto De Santo
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