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ROGO AL CAMPO | La notte di chi ha perso tutto

COSENZA L’arrivo della sera rende ogni cosa drammaticamente surreale. La puzza di bruciato non ha lasciato quel che resta del campo rom andato in fiamme a metà mattinata e i bambini si inseguono gi…

Pubblicato il: 02/06/2014 – 22:00
ROGO AL CAMPO | La notte di chi ha perso tutto

COSENZA L’arrivo della sera rende ogni cosa drammaticamente surreale. La puzza di bruciato non ha lasciato quel che resta del campo rom andato in fiamme a metà mattinata e i bambini si inseguono giocando tra lamiere contorte e carcasse annerite. Tutti sono in attesa di qualcosa e la tradizionale capacità di adattarsi del popolo rom è duramente messa alla prova. Qualcuno di loro a distanza di ore dall’incendio commenta che poteva essere una tragedia, quasi a consolarsi di una condizione che è sicuramente sventurata, mentre da sotto il ponticello che è sempre stato una sorte di confine tra la città vera e quella fatiscente delle baracche, si intravedono i lampeggianti azzurri dei mezzi della Protezione civile. Portano un gruppo elettrogeno, per fare luce, e subito dopo ecco 250 pasti. Sono stati cucinati dall’Oasi francescana e distribuiti da una Onlus di Mendicino. Niente tendopoli, verrà allestita una tensostruttura, ma ci vorrà almeno una giornata di lavoro. Per questa notte il Comune ha requisito il Ferro Hotel, una struttura praticamente mai utilizzata e comunque in disuso che sta dentro quella grande cattedrale nel deserto che è la nuova stazione ferroviaria di Cosenza. Un gruppo dormirà lì, un altro in un agriturismo. Altri rom non hanno invece voluto abbandonare il campo e si faranno ospitare da chi ha ancora una baracca. Fin quando c’è stata luce molti giovani sono stati impegnati nella ricerca di poche cose da salvare e portare con sé, mentre questa mattina una bambina tristissima si abbracciava alla sua maestra, venuta a vedere cosa fosse accaduto, dicendole che non sarebbe più potuta andare a scuola perché il fuoco si era preso lo zaino e i quaderni. Ad aiutare questa comunità ferita sono tutte le sfaccettature del volontariato cosentino, dai maestri della Scuola del vento, la cui casetta di legno è stata distrutta dal fuoco, al Moci, passando per il volontariato cattolico. Tutte persone da sempre in prima linea sul fronte rom. Oggi che ancora una volta la tragedia è stata sfiorata, la città dovrebbe aprirsi a una riflessione sull’origine di questa situazione, mentre sui social network spuntano preoccupanti commenti razzisti. Perché prendersela con i perdenti tra i perdenti è sempre stato un gioco facile.

Michele Giacomantonio

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