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ROGO AL CAMPO | Ancora senza un tetto 127 persone

COSENZA I numeri sono un po’ ballerini, ma comunque attendibili, parlando di un popolo che è stato sempre allergico ai censimenti. I dati ufficiali forniti dal sindaco dicono che i rom che resteran…

Pubblicato il: 04/06/2014 – 22:00
ROGO AL CAMPO | Ancora senza un tetto 127 persone

COSENZA I numeri sono un po’ ballerini, ma comunque attendibili, parlando di un popolo che è stato sempre allergico ai censimenti. I dati ufficiali forniti dal sindaco dicono che i rom che resteranno ancora senza un tetto pure questa notte sono 127, quelli che invece hanno trovato ospitalità nella struttura del Ferro Hotel sono 91, tra cui 37 bambini. Si è dato ovviamente la priorità alle famiglie con minori, ma Occhiuto assicura che nel giro di due giorni arriveranno le tensostrutture che ospiteranno anche quelli rimasti senza casa. Il posto scelto per piazzare questa tendopoli è uno spazio di proprietà del Comune, ma situato ben dentro l’area della stazione ferroviaria. Il luogo era destinato a ospitare la nuova stazione dei pullman, uno slargo con al centro una struttura che doveva essere la biglietteria, appena ripulito e pronto a essere usato. Per il sindaco l’incendio che ha cancellato il campo rom è l’occasione da cogliere per affermare con decisione la sua vecchia idea di realizzare un campo attrezzato, con casette di lamiera coibentata, da costruire esattamente là dove per adesso sorgerà la momentanea tendopoli. Su questo argomento già in passato Occhiuto ha trovato molte opposizioni, ma questa volta sull’onda dell’emergenza potrebbe spuntarla, realizzando il progetto che tiene chiuso nel cassetto da tempo.
Intanto si consumano piccoli dispetti e grandi confusioni. Infatti le Ferrovie, proprietarie del Ferro Hotel, si rifiutano di fornire informazioni utili ai tecnici del Comune circa il punto esatto si trovano gli attacchi dell’acqua, con il risultato che alcuni bagni non funzionano. Occhiuto al telefono ha cercato di persuadere i responsabili delle Ferrovie a essere collaborativi, ma il timore è che i rom da lì non vadano più via. Invece sul fronte della Protezione civile la disorganizzazione è preoccupante. A distanza di due giorni quella regionale non si è fatta viva perché «i rom non sono una calamità naturale», che come motivazione potrebbe perfino essere apprezzata. La Protezione civile nazionale, interpellata, invece ha dato indicazione di un immediato intervento, cui ancora non ha fatto seguito nulla. Mentre arriva la sera giungono i pasti della Caritas, che però fa sapere che non è in grado di proseguire con questo impegno. La struttura dove i rom sono ospitati ha una grande cucina e una sala mensa, che potrebbero essere utilizzate da subito, ma le chiavi, dicono quelli delle Ferrovie, non si trovano.

 

Michele Giacomantonio

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