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La Bindi vuole riformare l'Agenzia per i beni confiscati

REGGIO CALABRIA «L’Agenzia dei beni confiscati così com’è non va bene e urge riformarla». Lo ha detto a Reggio Calabria la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, a ma…

Pubblicato il: 05/06/2014 – 22:00
La Bindi vuole riformare l'Agenzia per i beni confiscati

REGGIO CALABRIA «L’Agenzia dei beni confiscati così com’è non va bene e urge riformarla». Lo ha detto a Reggio Calabria la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, a margine del convegno sul tema “Il codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione tra presente e futuro”. «Sono dell’idea – ha aggiunto – che tutte le competenze in capo all’Agenzia devono “traghettare” dal ministero dell’Interno alla Presidenza del consiglio dei ministri affinchè da quella sede siano più efficacemente predisposte, di concerto anche con il ministero dell’Economia e degli Affari regionali, tutte le iniziative che servono a mantenere produttivi i beni confiscati alle mafie, soprattutto le aziende».
«Sono anche dell’idea – ha detto la presidente Bindi – che nelle Prefetture continuino ad operare dei nuclei specializzati, ma non possiamo dare più l’impressione che questo strumento possa somigliare a un carrozzone». La Bindi ha anche parlato dello scandalo corruzione. «Credo che il Daspo – ha aggiunto –, così come ha affermato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, non debba essere comminato solo ai politici ma anche agli imprenditori». Lo ha detto la presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, a margine di un convegno a Reggio Calabria. «Mi riferisco a tutti quegli imprenditori – ha ribadito – i cui nomi, e lo dico con amarezza, ricompaiono ciclicamente nelle inchieste che riguardano i lavori pubblici nel nostro Paese».

 

DE FELICE: PIU’ EFFICACE L’AZIONE DI CONTRASTO

“Il quadro normativo rivisitato in questi anni ha reso l’azione di contrasto alle economie mafiose più efficace”. Lo ha affermato il direttore della Dia, Arturo De Felice, intervenendo al convegno organizzato dall’Università di Reggio Calabria. “Com’è noto – ha proseguito – si invocano e si applicano misure di prevenzione indipendentemente dall’attualità della pericolosità della persona. Anche in caso di morte, purche’ entro cinque anni dal decesso, si applica la confisca per equivalente in caso di dispersione, distrazione o occultamento dei beni”. De Felice ha inoltre sottolineato che “su 1.275 proposte di prevenzione dal 2013 ad oggi, 755 sono state richieste dalla Dia, che hanno prodotto sequestri per un valore di quattro miliardi di euro e confische per 900 milioni di euro. Nel periodo considerato, sono state monitorate seimila imprese ed eseguiti 872 accessi ai cantieri, con l’obiettivo di restituire alla collettività patrimoni illecitamente conseguiti che rappresentano, in zone particolarmente inquinate dalla presenza mafiosa, un significato culturale e simbolico contro l’oppressione delle forze criminali”.

 

DE RAHO: PERSONALE ESPERTO PER L’AGENZIA

“L’Agenzia per i beni confiscati ha bisogno di essere dotata di personale esperto e che non venga depauperata del personale già sperimentato”. Lo ha detto il Procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, nel corso del convegno sul tema “Il codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione tra presente e futuro”.

“Credo – ha aggiunto – che l’Agenzia per i beni confiscati da sola non potrà avere risultati. Ha bisogno di non essere depauperata del personale già sperimentato. Sono convinto che sia necessario sperimentare strade nuove per far vivere le aziende confiscate, magari affidando loro quote di appalti pubblici per salvaguardare l’occupazione e assicurare loro la prosecuzione dell’erogazione del credito ordinario da pare degli istituti bancari”. “In questo primo anno di permanenza a Reggio Calabria – ha concluso – ho avuto la sensazione che molte cose stiano cambiando in meglio. L’impegno che lo Stato sta profondendo, insieme a quello di tutti noi, darà buoni risultati. Reggio ha bisogno di cambiare”.

 

GRATTERI: DOVE SONO GLI 800 UOMINI PROMESSI DA ALFANO

Gratteri, invece, è tornato sull’annuncio degli sforzi straordinari per combattere la ‘ndrangheta: “Qui si viene a fare le passerelle, l’ultima quella del ministro Alfano. Ci ha detto che manderà 800 uomini e 5 agenzie, dove sono?”. “All’epoca – ha aggiunto Gratteri – l’Agenzia dei beni confiscati è stata fatta a Reggio Calabria per motivi politici, perché si doveva prendere in giro i calabresi”. Gratteri, nella duplice veste di magistrato e di “professore” del master, inoltre, ha criticato la scelta di inserire all’interno della Dia anche personale della Polizia Penitenziaria: “Ci sono sezioni all’interno delle carceri che chiudono per mancanza di personale, di chi è l’idea intelligente di mandare la Polizia Penitenziaria alla Dia?”. Riguardo ai rinforzi promessi dal ministro Alfano, subito dopo il procuratore capo Federico Cafiero De Raho si è detto invece fiducioso: “Non credo che gli 800 uomini non arriveranno”.

 

PANSA: LE MAFIE PUNTANO I CAPITALI MOBILIARI

“Disaggregando i dati dei provvedimenti di sequestro e di confisca degli ultimi tre anni, si nota una chiara tendenza delle mafie ad abbandonare gli investimenti immobiliari, orientando l’attenzione verso i capitali mobiliari e le aziende commerciali e della distribuzione”. Lo ha detto il capo della Polizia, Alessandro Pansa, intervenendo allo stesso convegno convegno. “Non si registrano casi preoccupanti di infiltrazioni mafiose – ha aggiunto il capo della polizia – nell’apparato manifatturiero, ma le prospettive non ci lasciano tranquilli”. Secondo il prefetto Pansa, inoltre, “appare sempre più alta l’attenzione delle mafie nel settore del gioco, dove circola molto danaro liquido, nel settore dei servizi e, soprattutto, nella realizzazione e nel controllo delle fonti di energia grazie anche ai cospicui finanziamenti pubblici che riguardano questo settore”. (0020)

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