REGGIO CALABRIA È la Fp Cgil Rc-Locri a lanciare l’allarme sulla situazione in cui versa l’ospedale Riuniti di Reggio Calabria, e in particolare il reparto di Ostetricia e ginecologia. Problemi legati ad una mancanza cronica di personale che obbliga medici, infermieri e ostetriche a «un super-lavoro» che, spesso, si traduce in disattenzione verso il paziente. Colpa – avverte la Fp Cgil – delle «recenti scelte della politica, dei tagli al settore e della conseguente chiusura del centri nascita di città e provincia».
«Più volte come organizzazione sindacale – hanno proseguito gli interessati – abbiamo chiesto alla Direzione aziendale di questo nosocomio di intervenire con misure atte a sostenere il lavoro e a tutelare la salute dei cittadini che, in questo stato di cose, soffrono delle difficoltà riscontrate dai lavoratori». Alle domande, però, non sono seguite le risposte, e attualmente il “Riuniti” continua a misurarsi con la difficoltà di avere una sola ostetrica per turno in sala parto, una sola infermiera in sala operatoria e una sola infermiera in reparto con l’impossibilità, di conseguenza, di gestire situazioni di emergenza.
Per quanto riguarda le responsabilità dirette, la Fp Cgil punta il dito contro «direzione e primario»: «Non intendiamo – è quanto hanno infatti affermato – tacere su chi ha delle responsabilità o su chi se ne lava le mani adducendo colpe ai tagli di spesa e alla politica, su chi ha il dovere di intervenire e invece tace, sperando che tutto torni alla normalità, sempre se di normalità si può parlare – concludono – quando manca il diritto costituzionalmente riconosciuto della salvaguardia della salute pubblica». (0050)
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