CATANZARO Se quella lanciata è un’autocandidatura alle prossime regionali non è dato saperlo, di certo c’è un passaggio della lunga lettera-appello dell’imprenditore catanzarese Daniele Rossi – uno degli eredi della famiglia Guglielmo e dirigente di Confidustria Catanzaro – che non lascia spazio a molte interpretazioni: «Ribelliamoci in modo democratico, ma ribelliamoci. Non facciamoci più abbindolare da promesse scellerate. La Calabria ha bisogno di una vera rivoluzione nei contenuti e nei metodi dell’agire politico. Finora, tranne rare occasioni, ho ascoltato solo chiacchiere e politichese. Serve una svolta reale e finalmente incisiva. Serve una Calabria che rema nella stessa direzione per il bene di tutti».
Parole abbastanza chiare che, chissà, potrebbero far pensare a un suo impegno diretto in politica in un futuro anche prossimo: «Per quanto tempo ancora le famiglie, considerato anche il continuo aumento del costo della vita, riusciranno a mitigare quelle che a tutti gli effetti sono i presupposti oggettivi di una rivolta sociale? Non voglio accodarmi al coro delle proteste fine a se stesse, ma vedo di fronte a noi il rischio molto serio di un ennesimo inconcludente giro di valzer politico che partirà, com’è più volte accaduto, con il ritornello del cosiddetto “scaricabarile”. Mi sembra già di rivivere situazioni che conosciamo purtroppo a memoria: “E’ colpa di chi ci ha preceduto”, “Noi siamo arrivati da poco e non abbiamo la bacchetta magica”, e così via, continuando a recitare un copione che ha aggiunto danni alla tragedia generale».
Il giudizio che Rossi riserva alla giunta regionale di centrodestra non è certo dei più teneri: «La Calabria, se fosse un’azienda, sarebbe fallita. Sì, fallita. E non è onesto usare altre espressioni, a meno che non si voglia speculare ignobilmente sulla pelle di decine di migliaia di disoccupati, sottoccupati, precari e bisognosi. Iniziamo a dare il giusto peso ai fatti che abbiamo di fronte. E non illudiamoci che con l’aspirina o la camomilla riusciremo a curare un tumore in metastasi. Bisogna essere onesti e non aver paura di dire le cose per come realmente sono. Comparto edile? ormai alla frutta. Turismo? Non esiste. Export calabrese? Non esiste. Lavoro in Calabria? Non esiste e se c’è è in nero. Infrastrutture? lasciamo stare. Credito? Le banche non fanno più. Programmazione? mai esistita. Imprese? Non ci sono. Smentitemi per favore, voglio le smentite con dati di fatto e riconosco di aver preso un abbaglio».
Di qui l’appello alle «giovani generazioni» a scendere in campo. Per fare cosa? Qui Rossi si mantiene sul vago e non indica esplicitamente il suo orizzonte. Preferisce attendere che prima si delinei meglio il nuovo panorama politico. Per il momento basta – e avanza – la lettera-appello. (0030)
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