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Guerini: il Pd farà le primarie

Al terzo piano del Nazareno, lì dove è ubicata la sala in cui solitamente si riunisce la direzione nazionale, Lorenzo Guerini è stato molto chiaro: «Il Pd nazionale vuole tornare a vincere in due r…

Pubblicato il: 12/06/2014 – 15:27
Guerini: il Pd farà le primarie

Al terzo piano del Nazareno, lì dove è ubicata la sala in cui solitamente si riunisce la direzione nazionale, Lorenzo Guerini è stato molto chiaro: «Il Pd nazionale vuole tornare a vincere in due regioni che consideriamo fondamentali: Campania e Calabria. E ben venga che il candidato a governatore del centrosinistra sia scelto attraverso le primarie. La nostra non è una concessione, essendo il Pd un partito che ha fatto delle primarie il proprio tratto distintivo e che è rispettoso dell’autonomia dei territori». Davanti alle parole del vicesegretario nazionale, buona parte dei presenti ha tirato un sospiro di sollievo. Il quando e il come – si dovrà capire, tra le altre cose, se la presidente facente funzioni Antonella Stasi firmerà il decreto con cui si indicono tali consultazioni e, dunque, se avremo primarie regolate con legge – verrà deciso work in progress. Magari nell’assemblea regionale del partito, che il presidente Peppino Vallone convocherà per lunedì 30 giugno alla presenza di Guerini.
Tuttavia tra i renziani ortodossi il leitmotiv dominante è «serve tempo». Tempo per capire se la legge elettorale approvata in consiglio regionale verrà impugnata dal governo. A questo proposito, il ministro Lanzetta ha assicurato che presto il dipartimento Affari regionali si prenderà cura della vicenda. Ma «serve tempo» anche per conoscere con certezza la data del voto e in questa direzione si attendono le determinazioni del prefetto di Catanzaro. E c’è «bisogno di tempo» per trovare una quadra che ricompatti il partito all’indomani delle polemiche sulla sconfitta di Rende. Sandro Principe ha provato a spostare la discussione sull’argomento che gli sta molto a cuore ma senza ottenere grandi successi. Chi oggi ha preso parte al summit, comunque, assicura che il capogruppo del Pd alla Regione non abbia nessuna intenzione di mollare la presa per arrivare a dimostrare che una parte del Pd, «quella guidata da Adamo e Guccione», ha favorito la vittoria del candidato a sindaco del centrodestra. A Guerini e Luca Lotti – che appare in sala per un breve saluto – Principe avrebbe consegnato una serie di appunti riguardanti «le anomalie» registrate durante la campagna elettorale a Rende.
Quanto alla decisione di accelerare sulla strada delle primarie, c’è da dire che il più soddisfatto di tutti è Mario Oliverio. Fosse per lui si potrebbero celebrare subito, nel giro di qualche settimana. Il fatto è che non tutti la pensano come lui. In primis il segretario regionale Ernesto Magorno, che vorrebbe arrivare alle primarie con un candidato in grado di mettere d’accordo tutto il Pd calabrese. «Io non ci sto – è la puntualizzazione di Demetrio Naccari Carlizzi, uno dei competitor di Oliverio – al tentativo di cloroformizzare il dibattito con l’individuazione di un unico candidato e trasformando le primarie nella ratifica di una scelta già assunta». E su questa linea sono collocati, manco a dirlo, oltre alla dalemiana Enza Bruno Bossio, Alfredo D’Attorre e Nico Stumpo, due tra i bersaniani duri e puri che sostengono Oliverio. Si narra che il presidente della Provincia di Cosenza si sia lasciato andare a considerazioni dure sui rischi di affidare la partita calabrese nelle mani di un papa nero: «Abbiamo già assistito in passato a personaggi arrivati dalla cosiddetta società civile che non hanno certo brillato per incisività».
Il pericolo, in ogni caso, sembra sventato. Almeno per ora. Guerini insiste sulla necessità di «coniugare unità e rinnovamento». Marco Minniti mette in chiaro che «rinnovamento non significa mandare sic et simpliciter tutti a casa ma lavorare per favorire la valorizzazione delle migliori esperienze». Manca Mario Maiolo, un altro dei probabili candidati alle primarie. E non c’è nemmeno – ma per ovvie ragioni, essendo un dirigente di Sel – Gianni Speranza. Si riparte da qui, insomma. Con qualche certezza in più e con la consapevolezza che nuove candidature potrebbero emergere nei prossimi giorni. A meno che Matteo Renzi…

 

Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it

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