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Politica da piastrellisti

È un virus, la cui devastante diffusione, appare inarrestabile, anche in Calabria, laddove l’uomo ha imparato a pensare (mi si perdoni l’impertinente nostalgismo magnogreco). Trattasi del giovanili…

Pubblicato il: 15/06/2014 – 11:00

È un virus, la cui devastante diffusione, appare inarrestabile, anche in Calabria, laddove l’uomo ha imparato a pensare (mi si perdoni l’impertinente nostalgismo magnogreco). Trattasi del giovanilismo-nuovismo d’accatto, propugnato da Renzi ai primordi e, poi, dismesso per essere, fatalmente, recuperato nel manufatto del governo. Accade che la “primavera di bellezza”, logoro arnese della propaganda fascista, si gabelli come inedito. Cosicché , il futurismo di Marinettti è più prossimo a Matteo di quanto non si reputi. Sia chiaro: l’anemica filosofia del “nuovo”, quale superbo candore dell’ignorare lo scibile politico, non prescinde dal mito della cosiddetta “società civile”, sempre gravida, secondo i chierici dell’ovvio, di fresche energie e risorse insospettate. Ne deriva che se sei un esperto pizzicagnolo, puoi, senza colpo ferire, tradurti in leader di meticciati elettorali o, peggio ancora, in titolare di rara perizia amministrativa. Lo sanno bene, quanti, a destra e sinistra, in prossimità delle elezioni regionali, promettono rivoluzioni molecolari, grazie alla discesa in campo di barellieri, fornai, capocantieri, benzinai e postini. Umanità di raro pregio, capace, a detta dei banconisti cazzari dei gionali e delle tv, di surrogare l’ormai consunta o emaciata politica di professione. E così si fanno avanti fuochisti, cassamortari, falegnami e carpentieri, convinti della loro funzione messianica. Penalisti e magistrati hanno già dato, persino alle nostre latitudini. Non è un caso che la fantastica Jole Santelli minacci di estrarre un coniglietto dal cilindro forzistaitalico, pur di non vincere le elezioni. L’idea che il futuro inquilino di Palazzo Alemanni possa essere un azzurro(a) di provata fede, le provoca gravi disturbi del sonno. A meno che, nel gioco delle mentite identità, il clindro non partorisca la “fata” dai lunghi capelli corvini. No problem. La speranza di perdere le regionali, anche nella suddetta eventualità, per il centrodestra non muore. Il Pd uno, trino e quadruplo, invece, confidava, prima della certezza delle primarie, in “FlorindoBolkan” Rubbettino il quale, invocato da Magorno, risponde: “Ma io che cazzo c’entro?”. “Gratterrievinci aveva già rifilato un bel due di picche all'”Ernesto Diamantato”, lasciandogli intendere che “ccà nisciuno è fesso”. Non occorre una dotazione neuronica supplementare per comprendere che siamo in braghe di tela e con il culo tangente l’asfalto. La politica, signori, non si concede in comodato d’uso ai ferrotranvieri di turno. Essa è sguardo d’orizzonte nella modulazione dell’amministrare, è capacità di sintesi tra interessi eterogenei, visione d’insieme ma anche visionaria passione. La politica esige e domanda competenze. È la scienza regia di Platone. Resta imperscrutabile l’idea secondo cui l’esercizio di qualsivoglia professione reclami un curriculum, mentre per la gestione della cosa pubblica basti il tratto cosiddetto “per bene”, patetico ornamento il più delle volte di cretini blasonatI. Piastrellisti di Calabria, unitevi!

 

*Conduttrice trasmissione Perfidia

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