REGGIO CALABRIA «Ora è tutto chiaro! Mentre le multinazionali scappano dall’Italia, manager pubblici continuano a percepire stipendi fiabeschi e liquidazioni dorate, il premier Renzi, sempre ghiotto di utopie e costantemente afflitto dall’inguaribile aspirazione di esibirsi permanentemente in pubblico per sua più halta nobilitatione per dirla con il celebre Macchiavelli, inventa una nuova posizione (sarebbe l’amante ideale) per perseguire l’obiettivo di un austero quanto corretto funzionamento della pubblica amministrazione sopprimendo le sezioni decentrate dei Tribunali amministrativi. E fra queste ovviamente anche quella reggina conquistata nel contesto di quei fatti di Reggio la cui ratio ispiratrice evidentemente sfugge al toscanaccio autore di un’autentica bischerata». Lo afferma, in una nota, il presidente della commissione speciale di Vigilanza del consiglio regionale Aurelio Chizzoniti. «Proprio così – aggiunge – poiché il tentativo di egemonia cultural-politica si infrange sulla frontiera dell’innovazione, del cambiamento perdendo di vista il contatto con la realtà in un’ottica di delirio di onnipotenza, sintesi di contorcimenti post-comunisti che gravano sui processi sociali impedendo un autentico sbocco vero, moderno e quindi un vero riordino e rinnovamento. Mi sarei aspettato una doverosa attenzione sul futuro sempre più incerto delle Omeca, del porto di Gioia Tauro, del potenziamento dei trasporti e delle linee di collegamento fra la Calabria e il resto del mondo, del sostegno all’agricoltura, della tutela dell’olio di oliva, del bergamotto, di progetti turistici finalizzati alla valorizzazione del patrimonio paesaggistico culturale di cui l’intera Calabria va orgogliosa, ecc., invece Renzi deraglia riducendo la sua presunta vis rivoluzionaria, scandita da slogan, annunci e proclami, ad un’azione propagandista e declamatoria pro domo sua. Non è stato il Pd ad affondare il governo Letta in un momento delicatissimo e quindi perché stupirsi se l’agitatore Renzi, pronto a firmare il ribelle decreto anti–Tar, si impegna ultra vires per rianimare il centrodestra che in questo momento in Calabria e anche a Reggio ostenta una vitalità da aringa affumicata? Ho sempre sostenuto che le recenti campagne elettorali apparentemente vinte dal centrodestra in realtà sono state sconfitte “governate” dal centrosinistra e non a caso anche adesso soccorre l’incredibile aiuto di Renzi nel contesto dell’imminente campagna elettorale volta alla elezione del consiglio comunale. Chi verrà a Reggio a spiegare alla piazza tumultante (questa volta Ciccio Franco e i boia chi molla nulla c’entrano), ai dipendenti del Tar, ai magistrati, che per il contenzioso amministrativo non potranno più rivolgersi al Tar di Reggio ma alla sede centrale di Catanzaro? È deludente che mentre la spending review impone sacrifici a tutti, il Parlamento boccia qualsivoglia riduzione di spesa per la politica, il rivoltoso Renzi per risolvere il problema “taglia” le sedi decentrate dei Tar. Appena sei in tutta Italia e fra queste anche Catania che pur sezione staccata di Palermo resta per mole di lavoro il sesto Tar d’Italia. Aveva ragione Curzio Malaparte quando sosteneva che: “La peggiore forma di patriottismo è chiudere gli occhi davanti alla realtà”. Su questo versante, rifiutando qualsivoglia status di vassallaggio politico e all’insegna di incomprimibili diritti quali quello della libertà e il rispetto per un’intera comunità mi ritengo già in campo a difendere equilibri politico-istituzionali faticosamente concordati e vergati con il sangue di chi cinquant’anni or sono ci rimise la pelle». (0050)
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