CATANZARO Fare in fretta per rendere percettibile la presenza dello Stato in Calabria e contrastare così l’escalation terroristico-intimidatoria lanciata dalle ‘ndrine alle imprese. Anche ad esempio con l’introduzione dell’obbligatorietà di avvalersi di aziende sane per realizzare opere pubbliche o fornire servizi alla Pubblica amministrazione. È la richiesta lanciata all’unisono dai vertici di Confindustria regionale e territoriale per contrastare l’aggressività dimostrata dalla ‘ndrangheta anche e soprattutto dopo l’ultimo attentato subìto dal villaggio Guglielmo di proprietà della famiglia del presidente degli industriali catanzaresi, Daniele Rossi. Un attacco che rappresenta, per i rappresentanti degli industriali calabresi, «una vera e propria sfida agli organi dello Stato» visto che si è «voluto alzare il tiro fino alle attività imprenditoriali del presidente degli industriali di Catanzaro, tra i protagonisti della riorganizzazione e del nuovo corso di Confindustria sul territorio, autore di una esternazione forte, precisa e circostanziata circa il disagio che pervade le coscienze libere e la conseguente necessità di dover reagire in maniera meditata e coerente». Una posizione sottoscritta dal presidente di Confindustria Calabria, Giuseppe Speziali, e dagli omologhi Rossi di Catanzaro, Mazzuca di Cosenza, Lucente di Crotone, Cuzzocrea di Reggio Calabria e Gentile di Vibo Valentia nonché dal leader dei giovani imprenditori, Mario Romano, e dal presidente di Ance, Francesco Cava. «Occorre una risposta ferma e precisa da parte del governo e di tutte le Istituzioni preposte alla tutela ed al controllo del territorio – ha sottolineato il presidente di Confindustria Calabria Giuseppe Speziali – per ridare fiducia ai cittadini ed agli imprenditori, restituendo ad ognuno la necessaria sicurezza e la certezza di vivere in uno Stato di diritto». Mentre per i presidenti Rossi, Mazzuca, Lucente, Cuzzocrea e Gentile, «quello che serve è un’azione coordinata su tutto il territorio regionale, che veda la cooperazione tra le forze dell’ordine cui va il plauso ed il sostegno pieno per l’impegno quotidiano che profondono in condizioni certo non agevoli, le amministrazioni locali, le associazioni di categoria, le forze sociali, gli organi di governo». «La percezione della presenza dello Stato deve essere chiara e netta a tutti i livelli per socializzare il problema e fare in modo che nessuno si debba sentire più da solo nel combattere questa difficile battaglia». Ad evidenziare il disagio, gli industriali sottolineano che «emblematica è la situazione che si è determinata nella provincia di Vibo Valentia, dove pur essendo stato proposto un accordo sulla legalità per rendere obbligatorie ed estese le white list, a distanza di nove mesi nessun provvedimento è stato conseguente alle volontà espresse dagli imprenditori vibonesi». Da qui la richiesta di «un incontro urgente – conclude la nota – al premier Renzi finalizzato ad affrontare tutte le delicate questioni che sul tema affliggono la Calabria, anche e soprattutto alla luce della totale paralisi della politica sul piano regionale, che appare impegnata su tutt’altre priorità». (0090)
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