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Archi Astrea, ribaltata la sentenza di primo grado

REGGIO CALABRIA Quattro clamorose assoluzioni, sensibili riduzioni di pena e atti ritrasmessi in Procura per riconsiderare le posizioni di due dei principali imputati «perché il fatto è diverso da …

Pubblicato il: 20/06/2014 – 15:24
Archi Astrea, ribaltata la sentenza di primo grado

REGGIO CALABRIA Quattro clamorose assoluzioni, sensibili riduzioni di pena e atti ritrasmessi in Procura per riconsiderare le posizioni di due dei principali imputati «perché il fatto è diverso da quello contestato». La Corte d’appello di Reggio Calabria ha fatto quasi tabula rasa della sentenza emessa in primo grado dal gup al processo Archi Astrea, ribaltando le pesanti condanne rimediate da molti degli imputati. Per i giudici di secondo grado, devono essere assolti da ogni accusa Pietro e Franco Labate, in primo grado condannati a 20 anni, Pasquale Utano, che in primo grado ne aveva rimediati 10, come pure Giuseppe Tegano, il fratello dei noti boss Giovanni e Domenico, in primo grado condannato a 16 anni di reclusione. Per quest’ultimo, era stato lo stesso sostituto procuratore generale presso la corte d’Appello Ezio Arcadi a chiedere l’assoluzione in sede di requisitoria, rivoluzionando l’impostazione del pm Giuseppe Lombardo, che ha coordinato l’inchiesta e sostenuto l’accusa.
Per Arcadi, nonostante più di un pentito abbia indicato Rechichi come uomo nato all’ombra di Carmelo Barbaro e storicamente al servizio degli arcoti, le condotte finanziarie dell’ex direttore operativo all’interno della società mista non sarebbero state funzionali all’occultamento dei Tegano nella Multiservizi, ma dettate da mero interesse personale. Un’impostazione a quanto pare condivisa dai giudici della Corte d’appello che pur condannando Rechichi a 6 anni e 8 mesi – in luogo dei 16 in precedenza rimediati – hanno disposto la trasmissione degli atti in Procura relativamente a tre capi di imputazione relativi all’intestazione fittizia di diverse società perché – si legge nel dispositivo – «il fatto è diverso da quello contestato». Medesima disposizione è arrivata dai giudici di secondo grado per l’ex antenna dei servizi e amministratore di beni confiscati, pizzicato a passare informazioni riservate ai clan, Giovanni Zumbo, in precedenza condannato a 5 anni di carcere e la cui posizione dovrà essere riconsiderata.
Alla luce della nuova interpretazione delle risultanze investigative inoltre cadono anche le aggravanti mafiose relative al comma sei, che è riferito all’acquisizione, la gestione o il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici, in precedenza contestate agli imputati, che incassano sostanziali riduzioni delle pene in precedenza rimediate. Passa dunque da 16 a 6 anni e 8 mesi la pena comminata a Giorgio Benestare, nipote dei boss Tegano e cognato di Orazio De Stefano. E sempre 6 anni e 8 mesi dovranno scontare Rosario Aricò, Emilio Firriolo, Alberto Rito, in precedenza condannati a dieci anni. Tutte confermate invece le assoluzioni di Roberto Franco, Alfredo Polimeni e Paolo Polimeni.
Bisognerà attendere le motivazioni per comprendere cosa non abbia convinto i giudici della Corte d’appello dell’inchiesta.

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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