ROMA «Per far uscire l’incensurata madre dei miei figli dal carcere, di fatto un ostaggio ho dato la mia disponibilità a rientrare e aspetto nuove dai miei e suoi legali che devono definire la cosa con le autorità preposte tenendo per ciò presente, per esempio, uno fra i tanti effettuati, l’accordo fatto dallo Stato per far rientrare il fuggitivo Toni Negri, i cui reati non sono paragonabili per gravità a quello a me contestato». Lo dice in un’intervista al Tempo l’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, condannato in via definitiva a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, che si trova a Dubai.
Se Scajola ha tentato di trasferirlo in Libano per sfuggire al carcere è stato per «amicizia sicuramente e nient’altro». L’ex ministro invaghito di sua moglie? «Nella vita tutto è possibile, come pure che su questo fatto la segretaria di Scajola abbia mentito per gelosia». La Porsche regalata a Chiara Rizzo da Caltagirone? «Sicuramente non sono prove di reato».
«La mafia – sottolinea Matacena – con la mia attività imprenditoriale non c’è entrata mai nulla, sapevano che con me non c’era pane, lo dimostra il fatto che in tutti gli atti dei miei processi mai è emerso un mio rapporto con esponenti di mafia collegabili a mie questioni imprenditoriali». (0020)
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