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Matacena: «Sono veramente deluso, mi aspettavo la prescrizione»

REGGIO CALABRIA «Sono veramente deluso, mi aspettavo la prescrizione che, come hanno spiegato i miei legali, scattava nel 2013». Così Amedeo Matacena ha commentato via skype con l’Ansa la decisione…

Pubblicato il: 21/06/2014 – 17:46
Matacena: «Sono veramente deluso, mi aspettavo la prescrizione»

REGGIO CALABRIA «Sono veramente deluso, mi aspettavo la prescrizione che, come hanno spiegato i miei legali, scattava nel 2013». Così Amedeo Matacena ha commentato via skype con l’Ansa la decisione della Cassazione che gli ha ridotto la pena da 5 a 3 anni ma non ha invece riconosciuto l’intervenuta prescrizione.
«Adesso – ha aggiunto Matacena – sono curioso di vedere le motivazioni della sentenza. Sono molto amareggiato, ma con le motivazioni poi capiremo». Resta in piedi, intanto, il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, ma su questo versante, ha detto Matacena, «ancora l’udienza non è stata fissata e dobbiamo attendere».
«Ho la sensazione che i miei legali abbiano paura di contattarmi perché temono di essere indagati a loro volta – ha aggiunto Matacena -. Li chiamo, invio loro delle mail – spiega l’ex deputato – e non mi rispondono. Non so cos’altro pensare. È una paura, una tensione che lede il diritto di difesa. Anche sulla vicenda del mio ritorno non ho alcuna notizia. Non credo ci sia niente di male a chiedere un appuntamento con chi può decidere».
«La più amara considerazione – ha proseguito – è pensare che per Tony Negri, che aveva una condanna e reati ben più gravi di quello contestato a me, un accordo è stato trovato. Invece per me, per un reato che per la legge italiana non esiste ma solo per la giurisprudenza, non è possibile».
«Si preferisce – ha detto poi Matacena – tenere in carcere un’incensurata piuttosto che agevolare il rientro di un condannato per concorso esterno. Mia moglie non ha schermato alcun bene e non ha spostato fondi. Questo è il medioevo».
«La mia speranza, comunque – ha aggiunto l’ex parlamentare – è che si possa accelerare per trovare una soluzione. E per far questo servono anche gli avvocati di mia moglie. Tecnicamente io non so come si possa fare».
«Mia moglie soffre di attacchi di panico e di claustrofobia. Inoltre, per lo stress, la tensione ed il nervosismo ha attacchi di cecità a causa dei quali perde temporaneamente la vista, ma nessuno ha pensato di farla visitare in carcere. Questo mi lascia stupito». Ha detto ancora il latitante.
«Mia moglie sta male – ha aggiunto – ed a maggior ragione per questo suo stato non può rimanere in carcere. Io – ha concluso – sto malissimo. Non ho più occhi per piangere. Più di arrendermi e dare la totale disponibilità a rientrare in Italia per fare uscire la loro madre non so che fare» ha detto infine, rivolgendosi alla moglie Chiara Rizzo ed ai figli.

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