Sono 53 le misure cautelari ordinate dal gip Domenico Santoro su richiesta del pm Roberto Di Palma a coronamento dell’indagine “Mediterraneo”, l’inchiesta che ha svelato traffici e affari che le giovani leve del clan Molè sono stati in grado di sviluppare tanto in Calabria come in Umbria e nel Lazio. Per quarantaquattro degli indagatii, fra cui il boss Girolamo Molè che nonostante il regime detentivo cui è sottoposto dal 2009 ha continuato a coordinare l’attività del clan, il gip ha disposto la custodia in carcere, mentre in nove sono finiti ai domiciliari.
Finiscono dietro le sbarre: Molè Girolamo, Albanese Antonio, Albanese Cmelina, Baba Khayi Ayoub, Cicciari Carrnelo, Furfaro Arcangelo, Galluccio Giuseppe, Magnoli Girolamo, Mazzitelli Dornenico, Mazzitelli Ippolito, Mesiani Mazzacuva Pietro, Mesiani Mazzacuva Valeria, Molè Antonio, nato a Gioia Tauro il 26.07.1989, Molè Antonio, nato a Gioia Tauro il 28.03.1990, Pavia Annunziato, Reitano Fiorina Silvia, Stanganelli Carmelo, nato a Gioia Tauro il 28.07.1969, Stanganelli Dornenico, Amato Cosimo, Belfiore Marino, Bonasorta Antonio, Cicciari Gaetano, Galati Domenico, Modaffari Francesco, Belulaj Altin, Belulaj Fation, Celano Claudio, Cesari Fabio, De Donno Marco, Fabi Patrizio, Galassi Enrico, Guardavalle Giuseppe, Mancuso Giuseppe Salvatore, Ritrovato Vincenzo, Saccà Pasquale, Sammarco Manolo, Sammarco Stefano, Signoretta Manuel Alesander, Signoretta Domenic, Vinci Ferdinando, Bonfiglio Carmelo, D’Angelo Patrizio, Di Marco Mirko e Ferramo Eugenio
Mentre i domiciliari sono stati disposti per: De Leo Pietro Giovanni, Modaffari Massimo, Ruffa Claudio, Tripodi Maria Teresa, Belfiore Giuseppe, Burzì Giovanni, Chiofalo Alfredo, Giusto Alessandro e Mocci Alessio.
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