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Il tentativo di "mascariare" i renziani

La smentita è secca: «Nessuna indagine della Direzione distrettuale antimafia è in corso nei confronti degli amministratori del comune di Diamante». Non resta che rivolgersi alla Procura di Paola p…

Pubblicato il: 25/06/2014 – 11:50
Il tentativo di "mascariare" i renziani

La smentita è secca: «Nessuna indagine della Direzione distrettuale antimafia è in corso nei confronti degli amministratori del comune di Diamante». Non resta che rivolgersi alla Procura di Paola per saperne di più e in effetti a Paola un fascicolo sulla pubblica amministrazione di Diamante esiste, lo ha aperto il procuratore capo Bruno Giordano affidandolo al sostituto procuratore Calamita.
Il punto, però, è che si tratta di un fascicolo di “atti relativi”, cioè di accertamenti preliminari destinati a verificare la fondatezza di un esposto che la Procura di Paola ha ricevuto nelle scorse settimane.
Da qui la decisione di chiedere al Comune di Diamante l’esibizione di tutta una serie di delibere e di documenti allegati a tali delibere.
«Esibizione, non già sequestro e men che meno perquisizione», sottolinea il procuratore capo Giordano che, a tal punto, non nasconde la sorpresa per alcune chiavi interpretative apparse sui giornali rispetto ad una «normale richiesta di acquisizione di atti pubblici, di quelle, per intenderci, che quotidianamente il nostro ufficio dispone».
Alla cronaca giudiziaria resta ben poco: la Procura di Paola ha in mano un esposto nel quale si mette in dubbio la linearità di alcuni atti ed in particolare di alcune assunzioni stagionali operate dal Comune di Diamante negli anni. Non ci sono persone indagate e la collaborazione offerta dagli amministratori locali, che hanno esibito gli atti richiesti e messo a disposizione gli altri che possono interessare, ha reso inutile il ricorso a un decreto di sequestro. Di più: gli atti che il magistrato e la polizia giudiziaria hanno ritenuto utili a fare chiarezza sull’esposto sono stati acquisiti in copia, lasciando gli originali nella disponibilità dell’amministrazione comunale di Diamante.
Allora perché chiamare in causa la Direzione distrettuale antimafia e le indagini sul clan mafioso dei Muto, facendo magari finta di confondere Diamante con Scalea?
Ci soccorre l’andreottiano ammonimento che a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina. Diamante ha avuto come sindaco Ernesto Magorno, oggi parlamentare e segretario regionale del Pd nonché vicinissimo al premier Matteo Renzi.
Fatalmente ecco che la cronaca giudiziaria lascia campo libero a quella politica. Sarà una coincidenza, ma nelle ultime settimane si è aperto un miratissimo tiro al bersaglio per azzoppare qualsiasi ipotesi di candidatura non gradita al vecchio sistema, quello, per intenderci, che gioca alternativamente sui due tavoli facendo prevalere oggi il centrodestra, domani il centrosinistra e via così.
Non si riesce, infatti, a non collegare il tentativo di “mascariare” Magorno, avviato in queste ore, con quelli pregressi e falliti di imbrattare Ernesto Carbone, altro parlamentare renziano in predicato di una candidatura alla Regione Calabria, e Marco Minniti, senatore, chiamato da Renzi al vertice della sicurezza nazionale, ascoltatissimo dal premier anche sulle scelte da fare in Calabria in vista delle prossime regionali.
Se è così, i vertici nazionali del Partito democratico dovrebbero cominciare ad occuparsi meglio delle “cose” calabresi.

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