LAMEZIA TERME Sette punti. Tanti ne ha inseriti in agenda il Movimento “L’Italia del Meridione”, che oggi ha ufficializzato al Grand Hotel Lamezia, nell’ambito della prima conferenza regionale, punti programmatici e prossime scadenze. C’è anzitutto la spinta autonomista e la volontà di superare una questione meridionale «inesistente», richiamata più volte dalle parole del responsabile provinciale Orlandino Greco.
Perché è un «Meridione ricco che può fare da solo» quello immaginato dai relatori, che può entrare in un circolo produzione-esportazione virtuoso e che può, altro punto, far tesoro di beni culturali che per l’anno trascorso hanno generato un utile di appena 45mila euro lordi. Evidente l’eredità del “Movimento per le autonomie”, dalle cui ceneri l’Italia del Meridione nasce nel tentativo di porsi come alternativa del fallimento del centrodestra e con il proposito di instaurare un dialogo con quella parte di centrosinistra aperta al confronto e che dimostri comunione di intenti. Che lavori alla risoluzione di un «problema lavoro» che, nei tempi di crisi ricordati dal coordinatore regionale Nicodemo Filippelli, si fa sempre più pressante.
Soprattutto per i giovani, siamo al quarto punto, che, come ha ricordato il responsabile della sezione “Giovani” Giovanni De Mari, si trovano spesso a «dover combattere con la volontà di restare nella propria terra e l’urgenza di cercare lavoro altrove», dimostrando peraltro «poca partecipazione alla vita politica». Ci sono poi – rapida carrellata – ambiente, sanità e legalità, altri grandi temi che verranno approfonditi nell’ambito delle prossime conferenze provinciali e regionali e di quella della sezione “Giovani” che si terrà a Cosenza con data da definire.
I propositi, ribaditi anche dal vice-coordinatore regionale Domenico Frammartino, sono dunque chiari e il Sud d’Italia, che per Greco deve esprimersi soprattutto tramite il «lavoro di una Calabria e di una Sicilia che viaggino su binari paralleli», ricopre in quest’ambito un ruolo da protagonista. La Calabria non può essere quindi quella che tutti conoscono, quella che «teme il confronto politico e farà di tutto per rimandare elezioni democratiche e impedire la partecipazione dei cittadini alla vita del Paese» e quella di un «presidente sospeso e dimissionario», chiaro l’attacco a Scopelliti, «che non ha mai reso concrete le parole».
Vuole provare a fare il contrario, confidando in un buon esito, il nuovo movimento calabrese che avrà in Franco Calabrò il coordinatore provinciale di Catanzaro, in Domenico De Paola quello di Crotone, in Raffaele Papa quello di Cosenza e in Giuseppe Aprile quello di Reggio Calabria. Ancora da assegnare, invece, l’incarico di coordinatore per la provincia di Vibo Valentia, che sarà probabilmente reso noto nell’ambito dei prossimi appuntamenti.
Zaira Bartucca
redazione@corrierecal.it
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