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«Por, si rischia il disimpegno delle risorse»

CATANZARO Confindustria lancia l’allarme sul Por Calabria. Ed è un allarme basato sulle cifre emerse dalla riunione del Comitato di sorveglianza. Il primo scoglio sono «le difficoltà di realizzazio…

Pubblicato il: 25/06/2014 – 16:52
«Por, si rischia il disimpegno delle risorse»

CATANZARO Confindustria lancia l’allarme sul Por Calabria. Ed è un allarme basato sulle cifre emerse dalla riunione del Comitato di sorveglianza. Il primo scoglio sono «le difficoltà di realizzazione della spesa entro i termini di scadenza previsti per dicembre 2015». Se, infatti, gli impegni di spesa «”coprirebbero” la dotazione finanziaria del programma, la spesa effettiva è però appena sopra il 40%». E questo significa «che in 18 mesi la Regione dovrà spendere oltre 1 miliardo e 100 milioni di euro, quasi il 60% del valore dell’intero programma». In sostanza si dovrà recuperare in un anno e mezzo ciò che non è stato fatto in quattro anni e mezzo, con rischi enormi di veder tornare a Bruxelles gli ingenti fondi stanziati. È per questo che traspare apprensione nelle dichiarazioni del presidente regionale Giuseppe Speziali e dei presidenti territoriali, Natale Mazzuca, Andrea Cuzzocrea, Daniele Rossi, Antonio Gentile e Michele Lucente.
«Dover spendere oltre la metà del programma in appena un anno e mezzo quando nei precedenti 6 anni si è speso quel che si è speso» non ci fa stare tranquilli e ci obbliga a mettere in atto tutte le azioni necessarie a che la Calabria non rischi di perdere risorse alla fine del ciclo di programmazione 2007/2013.
Gli industriali avevano da tempo «espresso la necessità di dare una “scossa” per invertire una rotta che, aldilà di ogni altra considerazione, sembrava portare la Calabria sull’orlo di un possibile e significativo disimpegno delle risorse comunitarie. Abbiamo, ad onor del vero, registrato una serie di miglioramenti tecnico procedurali (task force di sostegno agli enti locali, procedure, controlli) messi in campo dall’Autorità di gestione che però non crediamo riescano da soli ad incidere sulla realizzazione del programma». Sono «tanti e troppo complessi i progetti in itinere e numerosi ancora i bandi da dover emanare da parte della Regione» perché da parte di Confindustria si possa «stare tranquilli».
Problemi tecnici, certo, ma anche politici. È una questione di scelte «fatte a monte, che non aiutano a realizzare i progetti, basti pensare all’estrema frammentazione degli interventi. Un solo dato su tutti: la percentuale degli enti locali coinvolti direttamente o indirettamente tocca la quota del 96,3% contro il 39,6% dell’intero Mezzogiorno».
E poi «servono oltre due anni per redigere graduatorie e i regimi di aiuto alle imprese che, stante la crisi ed i ritardi con i quali sono stati emessi, registrano poco appeal: se questi sono i dati a disposizione non c’è davvero da stare tranquilli. Peraltro le nostre preoccupazioni sono anche quelle della Commissione Europea se è vero come è vero che forti sono state e sono le raccomandazioni e sollecitazioni sulla spesa provengono anche da quel versante».
L’appello è alla politica «di qualunque estrazione politica», perché «sia meno distratta da questioni che poco hanno a che vedere con le esigenze delle imprese e dei cittadini. Il tempo sta per scadere e noi, come sempre, ci siamo e siamo pronti a promuovere traiettorie di sviluppo nuove e diverse poiché di sola spesa senza nessuno sviluppo si può anche morire. Il nodo vero, oggi, è quello di riuscire a trasformare la Calabria ridando fiducia e speranza a chi ancora pervicacemente crede che un futuro migliore per la nostra terra possa ancora esserci». (0020)

 

p. p. p.

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