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E Peppe fa leva sull'Avvocatura regionale. Invano

CATANZARO «È l’ultimo tentativo di rimanere aggrappato a un potere che non c’è più. O, forse, un modo di portare a termine il dispetto fatto ai fratelli Gentile con la revoca di Scarpelli». In Regi…

Pubblicato il: 26/06/2014 – 13:21
E Peppe fa leva sull'Avvocatura regionale. Invano

CATANZARO «È l’ultimo tentativo di rimanere aggrappato a un potere che non c’è più. O, forse, un modo di portare a termine il dispetto fatto ai fratelli Gentile con la revoca di Scarpelli». In Regione hanno preso così la mossa finale di Peppe Scopelliti. Si tratterebbe di una richiesta all’Avvocatura regionale: l’ex governatore vuole sapere se è ancora legittimato a firmare atti come commissario al Piano di rientro. Risposta: picche. Perché l’Avvocatura, guidata dallo scopellitiano doc Paolo Arillotta, non può fornire un parere. Potrebbe farlo, semmai, l’Avvocatura distrettuale dello Stato. Il motivo è molto semplice: qualora l’ex presidente continuasse a firmare, sarebbero proprio gli avvocati distrettuali (e non quelli della Regione) a dover “difendere” gli effetti dei documenti, perché i poteri del commissario sono esercitati su delega del governo centrale (e non della Regione).
Sembra un caso piuttosto banale, stando al diritto (e pure al senso comune) ma, nella Calabria degli Azzeccagarbugli e del potere abbarbicato alle poltrone, nulla è scontato. Così, Scopelliti, dopo la condanna e la bocciatura elettorale, cerca di trovare un appiglio per restare in sella, fosse anche per un tempo brevissimo. Gli basterebbe, per esempio, dare continuità alla revoca di Gianfranco Scarpelli da direttore generale dell’Asp. Al “delitto (im)perfetto” consumato in giunta regionale manca l’ultimo passaggio: la nomina di Alessandro Moretti, sostituto del manager cosentino sponsorizzato dai fratelli Gentile, non potrà concretizzarsi senza la ratifica del commissario per il Piano di rientro. E, per il momento, il commissario non c’è. Si attende la sua nomina nella prossima riunione del Consiglio dei ministri, forse domani. E Scopelliti, nella vacatio, vorrebbe continuare a rappresentare il governo quando – dopo le dimissioni – non può neppure rappresentare la Calabria. L’ultima spiaggia, insomma. Oppure una forzatura tentata in un campo amico, quell’Avvocatura regione affidata a un fedelissimo che, secondo la Ragioneria dello Stato, non avrebbe i titoli per guidarla. E che, in questo caso, ha risposto picche. (0070)

Pablo Petrasso

p.petrasso@corrierecal.it

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