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Naccari Carlizzi: «Primarie 2.0 per impedire i giochi del tesseramento»

«Primarie 2.0». È questo il “format” che Demetrio Naccari Carlizzi vorrebbe per la scelta del candidato a presidente della giunta regionale. Per il consigliere regionale del Pd si può, «con alcuni …

Pubblicato il: 29/06/2014 – 10:28
Naccari Carlizzi: «Primarie 2.0 per impedire i giochi del tesseramento»

«Primarie 2.0». È questo il “format” che Demetrio Naccari Carlizzi vorrebbe per la scelta del candidato a presidente della giunta regionale. Per il consigliere regionale del Pd si può, «con alcuni correttivi, aspirare a un processo democratico vero», perché «secondo alcuni, oggi, le primarie verrebbero gestite predeterminandone i risultati, vanificando l’intento di una democrazia diretta a vantaggio di scelte fatte dalle gerarchie partitocratiche».
«In realtà non sempre le primarie, con l’attuale format, hanno prodotto più democrazia – si legge in una nota di Naccari Carlizzi – per due sostanziali motivi: la scarsa trasparenza delle operazioni di voto, ospitate in sedi di partito e affidate a militanti espressione delle fazioni in lotta; la breve durata che da noi si esaurisce in un mese di campagna per lo più interna agli apparati dei partiti, contro i sei mesi delle primarie presidenziali statunitensi, che di fatto limita l’affaccio delle posizioni e dei programmi e produce tendenzialmente la vittoria per il candidato espressione dell’apparato più strutturato organizzativamente».
In questo senso il consigliere regionale giudica il decreto che prevede l’applicazione in Calabria delle primarie per legge come «un notevole passo avanti almeno per risolvere il problema della certificazione del voto». I possibili correttivi riguarderebbero ad esempio «la scelta del presidente di ogni seggio con sorteggio dalle liste della Corte d’Appello remunerando, con parte del previsto contributo economico degli elettori, il lavoro al seggio. Ancora, le operazioni di voto – sostiene l’esponente del Pd – potrebbero avvenire nelle sedi dei municipi ed essere registrate e monitorate dotando ogni seggio di un tablet che addirittura potrebbe consentire un voto elettronico, tracciabile e semplice. Per quanto riguarda il format – prosegue Naccari – sarebbe facile pensare a una campagna trasmessa dalle televisioni locali e in streaming, cadenzata da almeno dieci confronti obbligati per i candidati, in luoghi simbolo delle cinque province».
«Un partito aperto e post ideologico – conclude il consigliere regionale – si struttura anche con strumenti moderni. Ciò risulterebbe un valido aiuto anche per esempio per impedire i giochi del tesseramento».

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