L’Azienda Calabria Lavoro sta continuando ad applicare l’Irpef del 23%, per l’erogazione delle spettanze relative alle politiche attive, ai lavoratori percettori di mobilità in deroga, nonostante questa trattenuta non sarebbe dovuta. È quanto denuncia la Cgil della Piana di Gioia Tauro. «Sbagliare è umano, perseverare è diabolico! Ciò che stanno subendo mensilmente i lavoratori e le lavoratrici – si legge in una nota – è inaccettabile. Riteniamo illegittimo l’atteggiamento di Calabria Lavoro nei confronti di coloro i quali prestano la propria opera attraverso tirocini formativi presso enti pubblici e privati e che stanno pagando la crisi sulla propria pelle in modo ancora più accentuato». Il sindacato aveva già ripetutamente invitato l’azienda a rimborsare le somme «illegittimamente trattenute», ma la risposta da parte di Calabria Lavoro non è mai arrivata. «L’azienda, con silenzio assordante, aria di superiorità, superficialità ed arroganza, ha continuato per la sua strada – si legge ancora nella nota – ignorando la richiesta delle organizzazioni sindacali ma soprattutto, quel che è peggio, infischiandosene dei danni economici che sta continuando a causare alle lavoratrici, ai lavoratori e alle loro famiglie. Ribadiamo che tale trattenuta risulta essere non dovuta, come si evince dalla Manifestazione d’Interesse, pubblicata dalla Regione Calabria (Burc del 5 luglio 2013, n° 27 parte terza) e come recita l’articolo 34 del Dpr 601/1973».
Per questi motivi, e vedendo «margini di un colloquio per responsabilità del Commissario», Pasquale Melissari, la Cgil chiede l’intervento della presidente facente funzioni, Antonella Stasi, e dell’assessore al Lavoro, Nazzareno Salerno, invitandoli a convocare le parti «per evitare tensioni sociali».
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