CATANZARO «Modificare la legge elettorale regionale e eliminare le primarie». È quanto chiedono i parlamentari M5S Nesci, Morra, Parentela e Dieni in una lettera aperta al presidente del consiglio regionale e ai consiglieri.
«Il dipartimento governativo degli Affari regionali – è scritto nella lettera – vi ha invitato a rivedere la legge
elettorale approvata lo scorso 3 giugno. Riguardo a questa legge, voi non avete mai risposto ai nostri ripetuti appelli al buon senso, alla condivisione, al pluralismo, al rispetto della Costituzione e della democrazia, che avete saltato scrivendo in fretta e solitudine le regole per il rinnovo degli organi elettivi della Regione. Il presidente sostitutivo della giunta regionale ha dichiarato alla stampa di voler procedere con le primarie “lampo”; di cui nessuno sa, che ai calabresi costeranno oltre 2 milioni di euro e che saranno, se entro il 4 luglio non prevale una visione pubblica del potere, mera ratifica di accordi di partito. Chiediamo: quale sarà il risultato di una tale ostinazione a oltranza? Che cosa si pensa di ottenere, ignorando le altre voci della politica e, soprattutto, il disappunto popolare che cresce ogni giorno negli spazi aperti della rete? La legge elettorale da regime, le primarie autoreferenziali e il ripudio del confronto produrranno altro malcontento, fastidio, sfiducia. Inoltre, faranno perdere la speranza nel futuro della Calabria, che è fondamentale per fermare l’emigrazione, specie dei più giovani».
«Ci sono – proseguono i parlamentari M5S – precise priorità in Calabria: lotta alla ‘ndrangheta, sanità, ambiente, trasporti e lavoro, per garantire il quale è essenziale rompere quei rapporti di potere insalubre che hanno caratterizzato larga parte della storia politica calabrese. Perciò, date segnali concreti, dimostrando di guardare al futuro collettivo senza barriere, ostilità e trucchi. In sintesi, avete tre possibilità: cancellare subito le attuali primarie fittizie e modificare entro il 10 luglio, data in cui il consiglio dei ministri delibererà l’impugnativa, la legge elettorale abbassando lo sbarramento, levando il consigliere supplente e tornando ai collegi provinciali; fingere che con l’impugnativa del governo non esisteranno problemi, una volta insediato il nuovo presidente e consiglio regionale; temporeggiare, dunque rinviare alle prossime intese, agli inciuci di vertice che sembreranno più redditizi alla bisogna».
«Gli scritti – conclude la lettera – rimangono. Noi non possiamo rimproverarci di non aver dato il nostro contributo alla salvaguardia della democrazia in Calabria, indispensabile per rispondere alle riferite priorità del territorio».
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