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PROFONDO ROSA | Donne dedite all'usura

COSENZA Una banda composta da quattro donne dedita all’usura e all’estorsione è stata sgominata dai carabinieri del Reparto operativo di Cosenza, guidato dal tenente colonnello Vincenzo Franzese, c…

Pubblicato il: 03/07/2014 – 6:34
PROFONDO ROSA | Donne dedite all'usura

COSENZA Una banda composta da quattro donne dedita all’usura e all’estorsione è stata sgominata dai carabinieri del Reparto operativo di Cosenza, guidato dal tenente colonnello Vincenzo Franzese, che stamani hanno arrestato tre persone (una ai domiciliari) e notificato obblighi di presentazione alla pg ad altre due. Secondo l’accusa, le donne e l’uomo (sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla pg) avrebbero prestato, nell’ottobre 2009, denaro ad un imprenditore della provincia di Cosenza in difficoltà economiche, costringendolo a pagare tassi usurai del 10% mensile.

Sono finite in carcere Fausta Malgaritta, 51 anni di Spezzano Sila, e Maria Pia Montalto, 62 anni di Cosenza. Ai domiciliari è finita Emanuela Pirola, 26 anni di Cosenza, figlia della Montalto. Hanno l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria Francesca Maria Vigna, 37 anni di Cosenza, e il marito Gianluca Gagliardi, 38 anni di Cosenza. I due sono legati da rapporti di parentela alle donne arrestate. 

L’inchiesta, avviata alla fine del 2013 e coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza, ha messo in luce episodi di minacce, anche con l’uso di armi, rese ancora più pregnanti dal fatto che due delle donne arrestate sono molto vicine a esponenti di vertice della cosca Lanzino-Ruà di Cosenza. 

Secondo quanto emerso dall’operazione “Profondo rosa”, la banda si faceva promettere dall’imprenditore – a fronte di un prestito di denaro di 30mila euro – un interesse (con scadenza mensile) pari a 3mila euro, corrispondente a tassi usurai del 10% mensili, facendosi consegnare successivamente, in occasione dell’accordo concluso, la somma di oltre 130mila euro a titolo di interesse. In particolare, era Gagliardi a mettere in contatto l’imprenditore con la Montalto, favorendo la conclusione dell’accordo: la Montalto definiva i termini del “contratto” con la vittima, consegnandogli la somma richiesta in prestito in due distinte occassioni – 15mila ogni volta – e riscuotendo le rate mensili. Fausta Malgaritta forniva all’imprenditore vessato parte della somma (10mila euro) e gestiva la fase esecutiva del rapporto, chiedendo insistentemente il “rispetto” delle scadenze e sollecitando la restituzione del denaro con gli interessi. Pirola e Vigna aiutavano la Montalto e la Malgaritta, riscuotendo alcune rate mensili e sollecitando l’imprenditore a pagare.

«Denunciare conviene sempre», ha detto il comandante del Nucleo operativo dei carabinieri di Cosenza, Vincenzo Franzese, illustrando i particolari dell’operazione. «Era stato preso di mira un imprenditore edile che, trovandosi in difficoltà economiche, era stato “aiutato” dal gruppo», ha aggiunto il comandante provinciale dei carabinieri Giuseppe Brancati.(0050)

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