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Catizone dice addio a Sel

LAMEZIA TERME Il nuovo approdo ancora non è stato deciso. «D’altronde – è il ragionamento portato avanti in maniera riservata a chi le ha chiesto conto – non ne faccio una questione di poltrona o d…

Pubblicato il: 04/07/2014 – 15:20
Catizone dice addio a Sel

LAMEZIA TERME Il nuovo approdo ancora non è stato deciso. «D’altronde – è il ragionamento portato avanti in maniera riservata a chi le ha chiesto conto – non ne faccio una questione di poltrona o di collocazione». Diretta, senza fronzoli, Eva Catizone sta per ufficializzare il divorzio da Sel. Saluta Nichi Vendola dopo mesi di tensioni e una battaglia, persa, per abbracciare il Partito socialista europeo. L’ex sindaco di Cosenza aveva scelto di andare col governatore pugliese per «costruire una sinistra di governo» e invece si è ritrovata a sostenere la coalizione antagonista guidata dal greco Tsipras.
Va via, Catizone, dopo che lo stesso ha fatto l’unico deputato calabrese eletto dal partito Ferdinando Aiello, anche per il deteriorarsi del rapporto con Gianni Speranza. Negli ultimi tempi le divergenze sono cresciute e non solo in riferimento alla scelta di sostenere la linea Vendola-Tsipras. C’è il governo Renzi, «che qualcosa sta facendo», e di fronte al quale Catizone vorrebbe interloquire. Non con un’adesione diretta al Pd ma mantenendo una posizione autonoma. Cosa che, evidentemente, confligge con la linea Vendola-Speranza.
Il leader di Sinistra, ecologia e libertà continua a ripetere che «il premier mi ricorda il primo Berlusconi, con la differenza che adesso l’Italia sta malissimo. Bisogna ragionare a partire dalle persone, dai giovani, dal ceto medio impoverito». Catizone – che tra l’altro ricopre l’incarico di portavoce dell’ex governatore Agazio Loiero – non la pensa proprio così nel senso che davanti a misure come la restituzione degli 80 euro in busta paga, una redistribuzione non di poco conto, non si può dire che non è successo nulla. Guai a parlarle di opportunismo, però. «Non vado a caccia di nulla», ripete a registratore spento.
Si narra che dietro la decisione di lasciare i vendoliani ci sia anche l’amarezza per come i vertici calabresi del partito – anche se nessuna responsabilità viene addossata al nuovo coordinatore Mario Melfi – hanno gestito la situazione a Rende. Il partito ha stretto un’alleanza con una delle liste civiche di ispirazione principiana ma non è riuscito a eleggere nessun rappresentante in consiglio comunale.
È la fine di un lungo amore, insomma. Iniziato nel 2009 quando Eva decise di seguire Nichi nella costruzione di un forte partito di sinistra indipendente dal Pd. Cinque anni dopo quel sogno non può sicuramente dirsi realizzato.

Antonio Ricchio

a.ricchio@corrierecal.it

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