Al volgere di una giornata dal polso tarantolato, come del resto ci ha abituati ormai la politica calabrese, abbiamo chiesto al segretario del Partito democratico calabrese, l’onorevole Ernesto Magorno, di aiutarci a fare chiarezza su quello che sta accadendo nel Pd e sulle sue, prima ventilate e poi annunciate, dimissioni dalla segreteria regionale.
Lo ha fatto solo per tirare un sasso nello stagno, oppure effettivamente tra le sue opzioni c’è anche quella di dimettersi e lasciare la segreteria?
«Facciamo una premessa, le mie dimissioni da segretario possono essere un’astrazione o una concretezza perché dipendono dalle sorti che avrà il progetto politico al quale si lavora. E comunque non mi va di spostare il discorso sulle mie scelte personali, ci sono in gioco interessi generali e ben più importanti».
Chiarissimo ma questo significa che…?
«Significa che io resto segretario solo per portare avanti e fino in fondo un progetto di superamento dei vecchi riti, per compattare il partito attorno a una candidatura unitaria e per aprire sentieri e percorsi di reale cambiamento. In queste ore in tanti, autorevolmente, mi hanno chiesto di non gettare la spugna e di insistere nel solco tracciato: andare alle primarie ma con un partito compatto e con una candidatura unitaria, chiara, condivisa e condivisibile anche da parte di chi chiede al Pd un rinnovamento vero».
E se in questo non si riuscisse?
«Io ho il dovere, e ho preso impegno in questo senso nei vari incontri che ho avuto a Roma in queste ore, di riuscirci. Farò il massimo per riuscirci. Penso di averlo anche dimostrato quando ho concorso, con la condivisione del vicesegretario nazionale Guerini, a individuare in Massimo Canale il candidato attorno al quale cementare l’unità del Partito democratico calabrese. Non ci sono alternative, se vogliamo davvero il bene del Pd che poi, in questo momento drammatico, è anche il bene della Calabria».
Lei insiste nel dire che la candidatura di Massimo Canale è l’unica strada percorribile, quindi si tratta di una scelta seria e determinata e non di una trovata strategica?
«Senza alcun dubbio. Sono una persona seria e non mi consentirei mai il ricorso a mezzucci o strategie del genere. Massimo Canale presenta tutte quelle caratteristiche che servono ad un progetto di rilancio e rinnovamento del Pd calabrese. Mi pare singolare, semmai, che a riconoscerlo debba essere io che l’ho avuto come avversario agguerritissimo, sia pure nella massima correttezza, nella corsa alla segreteria regionale, mentre poi chi fino a ieri ne cantava, giustamente, le lodi oggi antepone le sue ambizioni personali all’unità del partito».
Scusi la domanda forse impudente, ma pensa di farcela con le sue forze? L’impresa appare assai difficile, Roma dice di non volere interferire, continuerà ad assumere posizioni distaccate oppure le darà una mano? Insomma, Lotti lei lo incontra ma dopo che l’incontra ottiene anche un appoggio concreto o solo un generico incoraggiamento?
«Non condivido che si dica che Roma assume posizioni pilatesche, laddove ha solo voluto manifestare rispetto per l’autonomia del Pd calabrese. Comunque mi limito a dire che Luca Lotti sarà qui entro la metà di questo mese per una grande manifestazione del Pd calabrese dove realizzare quel dialogo capace di farci superare ogni contrasto e dare priorità agli interessi generali del Pd, primo fra questi la sua compattezza». (0030)
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