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SCOMUNICA DEI MAFIOSI | Quando anche Bregantini allontanò i boss dalla Chiesa

COSENZA Le parole forti di Papa Francesco contro la ‘ndrangheta richiamano alla memoria il messaggio altrettanto forte che, nel marzo del 2006, monsignor Giancarlo Bregantini -all’epoca vescovo di …

Pubblicato il: 06/07/2014 – 12:11

COSENZA Le parole forti di Papa Francesco contro la ‘ndrangheta richiamano alla memoria il messaggio altrettanto forte che, nel marzo del 2006, monsignor Giancarlo Bregantini -all’epoca vescovo di Locri, oggi arcivescovo di Campobasso – lanciò contro i mafiosi. “Scomunica per chi spara e uccide”, scrisse Bregantini in una lettera inviata a tutti i parroci della diocesi con la quale chiedeva di allontanaren dalla Chiesa coloro che commettono violenze, sparano e uccidono e fanno abortire la vita dei giovani.

“Condanno – scriveva il vescovo – nel più forte dei modi questa ripetuta violazione della santità della vita nella Locride. La condanno con la scomunica. Quella stessa scomunica che la Chiesa lancia contro chi pratica l’aborto, è ora doveroso, purtroppo, lanciarla contro coloro che fanno abortire la vita dei nostri giovani, uccidendo e sparando, e delle nostre terre, avvelenando i nostri campi, in applicazione estensiva del Canone 1398 Cjc, sentendo che questa grave sanzione giuridica ci aiuterà di certo a prendere sempre più coscienza del tanto male che ci avvolge, per poi saper reagire con fermezza e ulteriore impegno nel bene, nella difesa della vita, nella preghiera sempre più intensa per chi fa il male, nella formazione in parrocchia, seminando speranza nelle scuole, negli oratori, nei gruppi ecclesiali”.

Facendo riferimento ai numerosi avvenimenti in cui si è “violata la sacralità della vita”, in forme diverse, ma tutte “ugualmente e gravemente feroci”, monsignor Bregantini sottolineò che “tutto questo ci coinvolge, in profondo dolore”. Per questo è necessario “risvegliare le nostre coscienze, perché mai si lascino abituare al male, ma sempre possano attivare le necessarie forme di reazione, nella logica della Pasqua anche con le tante lacrime versate in questi giorni”. (0050)

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