Ultimo aggiornamento alle 8:04
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Mimmo e il racconto di un'evasione da film

Evaso a mia insaputa: è senza dubbio la frase che resta più impressa, quella con cui si può riassumere il memoriale di Domenico Cutrì pubblicato oggi sulla prima pagina di “Repubblica”. Paolo Beriz…

Pubblicato il: 08/07/2014 – 10:15
Mimmo e il racconto di un'evasione da film

Evaso a mia insaputa: è senza dubbio la frase che resta più impressa, quella con cui si può riassumere il memoriale di Domenico Cutrì pubblicato oggi sulla prima pagina di “Repubblica”. Paolo Berizzi racconta il seguito della storia dell’evasione da Far West il 3 febbraio scorso a Gallarate, blitz in cui, nel corso di un conflitto a fuoco, restò ucciso il fratello di Domenico, Nino, per mano di Christian Lanza, componente del commando (così emerge dalle perizie balistiche). Cutrì – condannato all’ergastolo nel 2009 con l’accusa di aver ordinato l’omicidio di un giovane polacco che avrebbe gettato uno sguardo di troppo verso la sua fidanzata – racconta ai pm gli attimi convulsi che portarono alla sua fuga ma nega che si tratti di un piano («Non sapevo che sarebbero venuti a liberarmi, ma quando ho visto che c’era l’occasione di andare via sono andato»). Il 9 febbraio, dopo una fuga rocambolesca che tenne l’opinione pubblica col fiato sospeso, “Mimmo”, nato a Cuggiono esattamente 32 anni fa (il 4 luglio 1982), fu acciuffato. Nei 4 interrogatori resi al pm Raffaella Zappatini – tra fine febbraio e i primi di marzo – ammette di aver non solo ordinato, ma anche eseguito l’omicidio del giovane; e confessa come nei colloqui col fratello Nino tra le carce di Alessandria, Saluzzo, Cuneo e Busto Arsizio chiedesse «di procurarmi dei fili per riuscire a evadere. Fili diamantati. Per tagliare le sbarre. Dopo la condanna in Appello stavo impazzendo. L’unico pensiero che mi dava forza era questa cosa di scappare. [Nino] mi diceva che avrebbe dato la vita sua per farmi evadere. Ma io non gli avrei mai chiesto di mettere i piedi in una cosa del genere… Se lo avessi fatto, dopo la sua morte mi sarei ammazzato. Aveva questa ossessione di farmi scappare. Tra me e Nino c’era un’alchimica (sic) che non le so spiegare. Ma gli dissi “aspetta Nino, tra due mesi c’è la Cassazione».
Raccontando poi la sua versione dell’azione portata a termine dal commando che 5 mesi fa lo liberò, approfondisce il dramma nel dramma: la morte del fratello. «All’inizio non mi sono accorto di niente. L’ho visto alla guida, poi si è accasciato. Non rispondeva, sono andato nel panico. Uno aveva i piedi fuori dal finestrino, io ero in avanti con le manette. “E Nino?”, ho detto. Lo porto io all’ospedale, mi fa uno. Ho realizzato quando siamo arrivati in montagna (in Valsesia, ndr) e ho sentito la radio». Poi la fuga e il disegno di una latitanza, ma con la difficoltà aggiuntiva di non poter contare sui documenti falsi che il fratello Nino stavolta non avrebbe più potuto procurargli, con quel trucchetto del tamponamento ad hoc per rubare i dati all’automobilista tamponato e confezionare finte patenti al computer. «I miei speravano mi consegnassi», scrive ancora l’inviato della redazione milanese del giornale diretto da Ezio Mauro. Poi l’arresto. (0070)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x