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Il colpo di grazia alla scuola pubblica. Ma noi diciamo di no

Venerdì 11 luglio a Cosenza su corso Mazzini (ex Palazzo degli Uffici) alle ore 10.30 ci sarà un’assemblea pubblica dei docenti calabresi, precari e di ruolo, per discutere del nuovo Piano Scuola R…

Pubblicato il: 08/07/2014 – 14:29

Venerdì 11 luglio a Cosenza su corso Mazzini (ex Palazzo degli Uffici) alle ore 10.30 ci sarà un’assemblea pubblica dei docenti calabresi, precari e di ruolo, per discutere del nuovo Piano Scuola Renzi-Reggi e Giannini.
A questa assemblea saranno invitati i parlamentari calabresi, le forze sindacali e tutti coloro che hanno a cuore le sorti della Scuola Statale.
Il colpo di grazia alla scuola pubblica è in cantiere nelle stanze del Miur.
Da anni si prova ad innalzare il monte ore settimanale dei docenti, si tenta di estinguere il “problema” dei precari ma oggi, con il consenso bulgaro di Renzi, tutto appare possibile.
Infatti il rinnovamento epocale nella scuola, fomentato dal Pd, è davvero destinato, se giungerà ad essere posto in essere, a distruggere quello che è rimasto dell’istruzione pubblica italiana.
Che Renzi non si preoccupi affatto dell’aumento della disoccupazione e della precarizzazione è ben testimoniato dal Job Act col quale si liberalizzano, ulteriormente, i contratti di lavoro non certo in favore dei lavoratori e col quale si prevede un innalzamento del lavoro precario di 20 punti percentuale.

Senza alcun rispetto e interesse per l’elemento centrale dell’istruzione, ossia gli studenti, si pensa di camuffare maldestramente un ulteriore taglio, ai danni della scuola, aumentando a 36 ore il monte orario settimanale dei docenti, affidare quindi le supplenze temporanee non più ai tanti docenti precari, tali solo per via dei forti tagli e non certo per demeriti personali, ma ai docenti interni.
Il denaro che sarà risparmiato con la soppressione dei supplenti saranno, in parte, attribuiti ai Dirigenti Scolastici che, senza alcun criterio di scelta oggettiva potranno “premiare” i docenti che preferiscono.
Una sorta di bustarella legalizzata potremmo pensare.
Tutto questo, mentre a luglio numerosi docenti precari, chissà perché poi, aspettano ancora l’accreditamento degli stipendi a partire dal mese di gennaio e hanno anche difficoltà, in relazione a questo ritardo, ad ottenere il tempi brevi le indennità di disoccupazione.
In poche parole ecco che cosa accadrà: docenti di ruolo che avranno un numero maggiore di classi con nefaste conseguenze per la didattica (ci chiediamo chi avrà più il tempo materiale di preparare lezioni, esercitazioni) quindi non avranno nemmeno molto tempo ed entusiasmo da dedicare a quelle classi in cui saranno “supplenti temporanei” magari afferente ad altre discipline, mentre quando le stesse vengono affidate ai precari questi hanno da sempre mostrato interesse entusiasmo e voglia di lavorare.
Nel frattempo gli alunni saranno sempre meno seguiti da docenti super indaffarati, di conseguenza chi potrà permetterselo, potrà pagare corsi di recupero e doposcuola privati, se non opterà direttamente per le private e chi, invece, provenendo da famiglie con minori risorse economiche, sarà abbandonato ancora di più a se stesso.
In questo clima non sarà difficile immaginare un aumento della dispersione scolastica che in terre come quelle meridionali già assume da tempo, una dimensione preoccupante.
Ma questo non è tutto: si prevedono più fondi per le scuole che raggiungeranno migliori risultati, un modo in più per premiare le scuole che lavorano in condizioni socio-culturali più avvantaggiate e che, solitamente, raggiungono risultati migliori nelle prove Invalsi.
In altri termini più soldi a chi è ricco e meno a chi è povero, o ancora più sodi a chi inculca la modalità Invalsi-quiz patente ai propri alunni a scapito della analisi critica e della autonomia di giudizio. costringere gli allievi a studiare per far avere più fondi alla scuola: ecco la nuova frontiera dell’educazione italiana!
Per non parlare poi della ipotesi di ridurre di un anno le scuole superiori che così passerebbero a quattro.
In tutto questo bel ragionamento si legge solo: tagli e risparmi non si scorge, affatto, il termine educazione.
Complimenti a Renzi e a chi ci crede ancora. L’indignazione dei lavoratori della scuola, in queste ore, cresce e si registrano i primi sit-in a Roma, presso la sede del MIUR da parte dei precari uniti contro i tagli e dei docenti di ruolo.
Auspichiamo che la lotta a questo perverso tentativo renziano si allarghi e si diffonda presso studenti, lavoratori e famiglie.
Non capiamo ancora le posizioni dei sindacati confederali che dovrebbero essere forti e nette e auguriamo presto siano tali.
Per questo motivo docenti precari e di ruolo hanno indicono per venerdì 11 luglio a piazza 11 settembre ore 10.30 una assemblea aperta per discutere del “Nuovo Piano Scuola Renzi-Reggi e Giannini” e per difendere la scuola pubblica statale. per portare la voce di chi vive la scuola in piazza e avanzare quelle che sono a nostro giudizio, le reali tematiche che dovrebbe affrontare una seria riforma del sistema educativo italiano.
Invitiamo a partecipare tutti e tutte i deputati eletti in Calabria che auspichiamo portino la nostra voce nelle sedi parlamentari. Invitiamo tutte le forze politiche, i movimenti le associazioni, i sindacati, gli abitanti della nostra terra che hanno a cuore le sorti della scuola e della democrazia nel nostro paese
Difendiamo la scuola pubblica attuale per costruirne una nuova che sia fondata sulla crescita, l’educazione, il rispetto delle diversità, il sostegno alle famiglie con difficoltà economiche, e perché la scuola non è un lusso ma un diritto e i diritti non si pagano, non si calpestano. (0070)

* Daniela Costabile, Maria Fortino, Rosella Cerra, Claudio Dionesalvi, Adriana Veltri, Anna Sonia Leone

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