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Scopelliti e la sua corte non mollano Palazzo Alemanni

Roma e Catanzaro appaiono sempre più lontane. Se, infatti, dalla Capitale arrivano inviti espliciti da autorevoli esponenti di governo a rientrare nell’alveo della legalità, nella contea calabrese …

Pubblicato il: 08/07/2014 – 16:09
Scopelliti e la sua corte non mollano Palazzo Alemanni

Roma e Catanzaro appaiono sempre più lontane. Se, infatti, dalla Capitale arrivano inviti espliciti da autorevoli esponenti di governo a rientrare nell’alveo della legalità, nella contea calabrese la politica continua a stravolgere le regole. Ieri pomeriggio qualcuno ha riportato indietro le lancette dell’orologio. Così sotto l’arco di Palazzo Alemanni sono tornati a sfilare assessori e consiglieri regionali del centrodestra, guidati proprio dall’ex presidente Giuseppe Scopelliti. Una riunione di giunta ormai delegittimata, allargata ai membri di maggioranza di una legislatura che non c’è più, presieduta da un governatore che ha perso ogni titolo. Tutto come se nessun tribunale avesse emesso una condanna a sei anni per l’ex sindaco di Reggio, come se non ci fosse una legge dello Stato che preveda la sospensione dalla carica per un amministratore condannato, come se le dimissioni da presidente non fossero mai state presentate. Palazzo Alemanni che dovrebbe essere la casa dei calabresi tutti, diviene invece l’ultimo bastione su cui si arrocca un sovrano con la sua corte in ritirata. L’ultimo brandello di potere che non si vuole mollare. La cosa non stupisce. Era già capitato. Infatti, a un mese esatto dalle sue dimissioni «irrevocabili» dalla carica di presidente della giunta regionale, Scopelliti aveva partecipato, senza alcun titolo, a una riunione di giunta. Quella seduta, tra l’altro, si era conclusa con la cacciata del direttore generale dell’Asp di Cosenza Gianfranco Scarpelli, politicamente molto vicino alle posizioni dei fratelli Pino e Tonino Gentile, ritenuti tra i responsabili della debacle di Scopelliti alle ultime elezioni europee. Ma non solo, fino a qualche giorno fa l’ex governatore ha continuato a firmare gli atti, mantenendo intatta la dicitura «decreto del presidente della giunta regionale (nella qualità di commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria)». Gli appelli giunti dai ministeri romani sono caduti nel vuoto. Proprio oggi il ministro per gli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta ha pubblicamente invitato «tutti i consiglieri regionali alle dimissioni, i calabresi hanno bisogno di un governo regionale autorevole, nel pieno delle sue funzioni». Ma per qualcuno gli interessi dei cittadini calabresi possono attendere.

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