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Sangue infetto, al via il processo

COSENZA Udienza preliminare e costituzione delle parti, oggi a Cosenza, per definire il processo sul caso del “Sangue infetto”. Una vicenda, questa, che suscitò grande scalpore la scorsa estate in …

Pubblicato il: 09/07/2014 – 14:29
Sangue infetto, al via il processo

COSENZA Udienza preliminare e costituzione delle parti, oggi a Cosenza, per definire il processo sul caso del “Sangue infetto”. Una vicenda, questa, che suscitò grande scalpore la scorsa estate in seguito alla morte, il 4 luglio, di un pensionato di Rende, Cesare Ruffolo, che aveva effettuato una trasfusione – nel centro trasfusionale dell’azienda sanitaria “Annunziata” – con una sacca che poi si è scoperto essere contaminata dal batterio letale serratia marcescens. In seguito venne fuori che un mese prima del decesso di Ruffolo un caso analogo si era verificato ai danni del 37enne Francesco Salvo, che era fortunatamente riuscito a sopravvivere alla trasfusione infetta. Dopo mesi di indagini, lo scorso aprile è stato chiesto il rinvio a giudizio per dieci persone: Salvatore De Paola direttore sanitario dell’ospedale di San Giovanni in Fiore (da cui provenivano le sacche), e Luigi Rizzuto, dirigente medico nello stesso ospedale, per omicidio colposo e lesioni personali colpose gravi nei confronti di Francesco Salvo. Morte in conseguenza di altro reato doloso, e somministrazione di medicinali guasti le accuse rivolte a Osvaldo Perfetti, direttore medico dell’Azienda ospedaliera “Annunziata” di Cosenza, e Marcello Bossio, all’epoca dei fatti primario del reparto di Immunoematologia. Omessa denuncia di reato, l’accusa contestata a Pietro Leo, direttore del dipartimento sanitario di Medicina, e a Maria Addolorata Vantaggiato, responsabile del dipartimento Rischio Clinico, per non aver avvertito l’autorità giudiziaria in seguito alla morte non naturale del paziente Cesare Ruffolo. Al direttore generale dell’Annunziata, Paolo Maria Gangemi, al direttore sanitario Francesco De Rosa e al primario di Immunoematologia, Marcello Bossio, viene contestato il reato di rifiuto di atti d’ufficio. Richiesta di rinvio a giudizio anche per Mario Golè e Maria Maddalena Guffanti, rispettivamente legale rappresentante e direttore di produzione tecnica della “Germo spa”, l’azienda che produce il sapone disinfettante Germocid (lo stesso usato a San Giovanni in Fiore) all’interno del quale (in flaconi ancora integri) sarebbe stato trovato il batterio serratia marcescens. Per loro l’accusa è di commercio e distribuzione di sostanze adulterate in modo pericoloso per la salute pubblica. Oggi, davanti al gup Luigi Branda, è stato concesso il rito abbreviato a Golè, Guffanti, Leo e Vantaggiato. Le posizioni dei quattro sono state stralciate e per loro il processo riprenderà il prossimo 30 ottobre. Per gli altri sei indagati l’udienza preliminare proseguirà il 23 ottobre. Parte civile si sono costituiti i familiari di Ruffolo e lo stesso Francesco Salvo, assistiti dagli avvocati Paolo Coppa, Chiara Penna, Massimiliano Coppa, Luigi Forciniti e Claudio De Luca. Nel corso dell’udienza le parti sono state autorizzate a citare come responsabili civili, la “Germo spa”, l’azienda ospedaliera e l’azienda sanitaria.

 

Alessia Truzzolillo

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