CATANZARO Quattro ergastoli, condanne da 27 a otto anni di carcere e qualche assoluzione eccellente. Questo è il bilancio della sentenza d’appello arrivata nella tarda serata di ieri del maxiprocesso “Timpone Rosso”, nato per attaccare la criminalità organizzata di Cassano Ionio dominata dalla cosca degli zingari. Una sentenza, quella stabilita dai giudici della Corte d’assise, che ha, sotto molti punti di vista, rivoluzionato il risultato del processo di primo grado, conclusosi con pesanti condanne (per un totale di quasi trecento anni di carcere) nei confronti dei quasi trenta imputati, accusati, tra le varie cose, di avere organizzato sette agguati mafiosi tra il 1999 e il 2003. Ergastolo confermato per il boss di Rossano Nicola Acri, Ciro Nigro, Franco Abbruzzese, detto “U pirolu” e Franco Abbruzzese alias “Dentuzzo”. Stravolta, invece la posizione di Damiano Pepe, condannato all’ergastolo in primo grado, accusato di essere il mandante nell’omicidio di Giorgio Cimino, e assolto in appello. Assolti anche Celestino Abbruzzese, padre di “Dentuzzo” (25 anni in primo grado), Giovanni Abbruzzese (25 anni in primo grado), Rocco Antonio Donadio (25 anni in primo grado), Luigi Abbruzzese e Tommaso Iannicelli (15 anni in primo grado).
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