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Chiesto il rinvio a giudizio per Naccari Carlizzi

REGGIO CALABRIA Toccherà al giudice per le indagini preliminari decidere se il consigliere regionale Demetrio Naccari Carlizzi, la moglie, Valeria Falcomatà, e gli altri sei indagati per i presunti…

Pubblicato il: 15/07/2014 – 6:51
Chiesto il rinvio a giudizio per Naccari Carlizzi

REGGIO CALABRIA Toccherà al giudice per le indagini preliminari decidere se il consigliere regionale Demetrio Naccari Carlizzi, la moglie, Valeria Falcomatà, e gli altri sei indagati per i presunti illeciti nell’assegnazione del posto di due posti di dirigente medico presso il reparto di dermatologia degli Ospedali Riuniti dovranno essere processati. A circa tre mesi dalla chiusura delle indagini, il pm Mauro Tenaglia ha chiesto il rinvio a giudizio del politico, accusato in concorso con la moglie – medico presso l’unità di dermatologia e aspirante al ruolo di dirigente – di aver effettuato pressioni sui vertici dell’assessorato regionale alla Sanità dell’epoca per ottenere la nomina di una persona ritenuta amica nella commissione esaminatrice. Per il pm infatti, “abusando della sua qualità e dei suoi poteri di assessore della giunta della Regione (e quindi di pubblico ufficiale) ed in particolare del potere politico derivante da tale incarico”, Naccari avrebbe indotto “pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio presso la giunta della Regione Calabria e presso l’Azienda ospedaliera Bianchi Melacrinò Morelli a dargli indebitamente l’utilità consistente nell’arbitraria facoltà di ingerirsi (in spregio alla normativa che regola le procedure di nomina) nella scelta dei membri della commissione d’esame che avrebbe giudicato il concorso pubblico”.
Stando all’impostazione accusatoria, il consigliere regionale Pd avrebbe tentato di indirizzare la composizione della commissione esaminatrice che per legge deve gestire i concorsi interni all’ospedale. Da un lato dunque Naccari avrebbe esercitato pressioni perché fosse Giancarlo Valenti – sulla cui posizione sono ancora in corso approfondimenti – il commissario di nomina regionale, mentre avrebbe indotto i dirigenti dell’azienda sanitaria Domenico Mannino e Paolo Vazzana, a “a sensibilizzare in favore della Falcomatà il membro di nomina interna all’Azienda ospedaliera (individuato nella persona di Foti Giuseppe)”, come pure a “falsare la procedura di sorteggio per la nomina del terzo membro (reato commesso in concorso con i commissari sorteggiatori e con la dirigenza dell’azienda ospedaliera) in modo che la scelta ricadesse sulla persona di Schirripa Vincenzo”. Da qui le accuse nei confronti degli altri sei indagati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio – i direttori sanitari Domenico Mannino e Paolo Vazzana, insieme ai commissari di gara Igino Aldo Postorino, Giuseppe Crisalli, Giuseppa Caserta – mentre rimangono ancora in bilico le posizioni di Vincenzo Schirippa, Giuseppe Foti, Mario Santagati e Giancarlo Valenti, stralciate in sede di chiusura indagini per ulteriori approfondimenti. Si dovrà invece presentare di fronte al gip Antonio Bonura, accusato di favoreggiamento personale perché in sede di indagini avrebbe taciuto informazioni in suo possesso in merito alla nomina di Valenti, componente della commissione di nomina regionale.
Accuse pesanti, finite al centro di un’inchiesta partita in seguito alle denunce di Carmela Arcidiaco, attuale primario facente funzioni del reparto, ma all’epoca come la Falcomatà aspirante a tale incarico. È stata proprio lei, grazie anche a una serie di registrazioni ambientali fatte pervenire alla Procura, a puntare il dito contro la collega Falcomatà e il marito di lei, Demetrio Naccari., accusati di aver tentato di drogare quel concorso per l’assunzione di due dermatologi ai Riuniti. Conversazioni attorno a cui nei mesi scorsi è divampata la polemica anche alla luce della diversa interpretazione e trascrizione che è emersa all’esito della perizia di parte, disposta dai legali degli indagati. Nel frattempo, anche Naccari ha presentato un esposto contro la Arcidiaco, denunciando che – nonostante la normativa lo vieti – avrebbe continua a svolgere le funzioni di dirigente facente funzioni del reparto di dermatologia dell’ospedale di Reggio Calabria.

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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