ROMA «Riguardo alle autorizzazioni di strutture sanitarie e sociosanitarie bisogna ritornare alla verifica di compatibilità del progetto da parte delle regioni, cui deve essere consentito di valutare lo specifico fabbisogno di strutture nel territorio». Lo dichiarano i deputati M5S Dalila Nesci, Vega Colonnese, Silvia Giordano e Andrea Cecconi, che stamani hanno presentato un’interrogazione al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, a proposito dell’abrogazione della verifica di compatibilità, operata dall’articolo 27 del decreto-legge 90/2014 sulla pubblica amministrazione.
Secondo i parlamentari M5S la nuova disciplina favorirà i privati e renderà «non più competitivo il settore pubblico, per via delle forti riduzioni di spesa avvenute, della chiusura di piccoli ospedali pubblici prevista nel Patto per la Salute, dei futuri tagli imposti dall’aziendalizzazione della sanità, del meccanismo di formazione del debito pubblico e della rimodulazione dei servizi legata ai rientri dal debito sanitario di Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Piemonte, Puglia e Sicilia». Secondo Nesci, Colonnese, Giordano e Cecconi, «l’abrogazione in argomento potrebbe anche portare a situazioni di conflitto tra regioni e Stato».
Un ultimo punto i quattro parlamentari M5S hanno dedicato al pesante conflitto di interessi di Antonella Stasi, presidente della Regione Calabria dopo la condanna del governatore Giuseppe Scopelliti. Stasi, è scritto nell’interrogazione, è la moglie di Massimo Marrelli, imprenditore che a Crotone sta aprendo una clinica oncologica senza più l’onere della verifica di compatibilità. Nell’interrogazione a Lorenzin, che come Stasi milita in Ncd di Angelino Alfano, i Cinque Stelle hanno scritto che tutto ciò succede mentre in Calabria sta chiudendo l’ospedale oncologico della fondazione Tommaso Campanella, da sempre finanziato dalla Regione Calabria.
x
x