LAMEZIA TERME Di nomi ne sono circolati parecchi, negli ultimi tempi. Quelli dei forzisti Wanda Ferro e di Giacomo Mancini jr, su tutti. Ncd ha invece mantenuto un profilo più basso, forse anche nell’intento prioritario di sanare le diatribe interne, scatenate dalla mancata elezione al Parlamento europeo di Peppe Scopelliti. Una debacle provocata anche dal mancato appoggio degli altri maggiori azionisti di Ncd, i fratelli Gentile. Fatto sta che gli alfaniani non sembrano avere nessuna intenzione di recitare il ruolo di comparse nel grande gioco per la guida della Regione. Ed è possibile che, da qui a breve, anche Ncd faccia un nome per la presidenza, da contrapporre a quello degli alleati berlusconiani.
Sui possibili candidati c’è ancora molta riservatezza, anche se il capogruppo in Consiglio, Gianpaolo Chiappetta, ammette che Ncd «è un partito giovane ma con molte personalità in grado di concorrere per un ruolo di così tanto prestigio e soprattutto responsabilità». Sul piatto ci potrebbe dunque essere una candidatura utile a evidenziare il ruolo politico del Nuovo centrodestra e a capitalizzare «il patrimonio di consensi che ha dimostrato di avere nella nostra regione». Naturalmente tutto passa attraverso il confronto con le altre forze della coalizione che devono «ragionare e confrontarsi», dice Chiappetta, per arrivare a una scelta che per forza di cose deve essere «mediata e ben ponderata. La volta scorsa c’era il Pdl che aveva il suo candidato, un accordo politico siglato con l’Udc e delle liste dichiaratamente ispirate dal candidato presidente. Un quadro politico radicalmente diverso rispetto a oggi».
Il presente rimanda a una fase di stallo che forse potrebbe anche essere risolta dalle primarie di coalizione, mai definitivamente accantonate dagli alfaniani. «Ncd può validamente esprimere un proprio nome per la candidatura a presidente ma meniamo vanto dell’approccio responsabile che ci contraddistingue. In una fase come questa può esserci spazio per fughe in avanti o inutili rigidità: le primarie a mio avviso sono lo strumento giusto e adeguato per risolvere nodi politici, stimolare la partecipazione e coinvolgere i militanti in una decisione che riguarda i programmi e le persone che devono concretizzarli dopo aver ottenuto il consenso elettorale». Dunque, le consultazioni interne rimangono un’ipotesi da valutare, proprio perché «l’interruzione traumatica della consiliatura, unitamente alla concreta possibilità di tornare a vincere, impongono un surplus di responsabilità, confronto e moderazione».
Il dialogo con Forza Italia, intanto, prosegue serrato. I problemi Ncd li ha piuttosto in casa. Scopelliti e i Gentile sono separati sotto lo stesso tetto, una situazione che rende difficile la programmazione del futuro per il partito di Alfano. «Le campagne elettorali a volte avvicinano, altre volte distanziano», ammette Chiappetta, che prova a fare il pompiere: «Sta all’intelligenza politica di ciascuno comprendere che finita la competizione e le reciproche soddisfazioni o insoddisfazioni il percorso comune – del partito e di tutti i suoi protagonisti – deve continuare».
Sui tempi della pace tra i big, e su quelli delle possibili candidature alla Regione, Chiappetta non si sbilancia, anche se si augura un’accelerazione, «perché tra poco ci sottoporremo al giudizio degli elettori e dovremo affrontare due sfide: il racconto degli ultimi quattro anni di governo regionale che, a dispetto di tante letture catastrofistiche, hanno molti aspetti positivi, e la nostra capacità di progettare un nuovo percorso amministrativo che possa suscitare il consenso maggioritario dei calabresi».
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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