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Chizzoniti: «Poche speranze per il Tar di Reggio»

REGGIO CALABRIA «Si riducono sensibilmente le residue chance di salvaguardare la sezione decentrata reggina del Tar Calabria istituita da oltre quarant’anni a margine dei “fatti” di Reggio e dei co…

Pubblicato il: 18/07/2014 – 15:46
Chizzoniti: «Poche speranze per il Tar di Reggio»

REGGIO CALABRIA «Si riducono sensibilmente le residue chance di salvaguardare la sezione decentrata reggina del Tar Calabria istituita da oltre quarant’anni a margine dei “fatti” di Reggio e dei conseguenti equilibri istituzionali faticosamente concordati». E’ quanto sostiene il presidente della commissione Vigilanza e Controllo del Consiglio regionale, Aurelio Chizzoniti.
«Infatti – prosegue – dopo il deposito nelle forme rituali di tantissimi emendamenti volti ad impedire la soppressione delle sedi decentrate dei tribunali amministrativi che operano in città sedi di Corte di Appello (Reggio, Catania, Lecce, Salerno e Brescia), la sempre più tenebrosa politica nel guado cambia il cavallo e appare adesso stranamente orientata a privilegiare non più il criterio delle città sedi di Corti di Appello, ma quello sospettosamente strumentale dei carichi di lavoro nella cui ottica Reggio e Lecce possono considerarsi già soppresse al contrario di Catania, Salerno e Brescia. Eppure gli interlocutori ministeriali sono tutti calabresi, quanto meno di origine, quale la pitagorica ministro Madia ed il capo di Gabinetto, Jonico di Siderno. L’aspetto tragicomico è che il dossier illustrativo elaborato dall’ufficio legislativo della Camera dei deputati, in ordine alla legge di conversione dell’ormai famigerato decreto, a pag. 67 richiama un altro criterio sussidiario finalizzato alla cancellazione delle sedi decentrate non ubicate nelle città capoluogo di regione, per cui, secondo i disinformati alti burocrati della Repubblica, andrebbe soppressa la sede di Catanzaro e non quella di Reggio, ritenuta ancora capoluogo».
«Siamo alla farsa – sostiene Chizzoniti – poiché è incredibile che ad altissimi livelli istituzionali si ignori il contenuto dell’art. 1 c. 4 dello Statuto regionale secondo il quale “il capoluogo della regione è Catanzaro”. Confusione, ignoranza, approssimazione, superficialità e quant’altro imperversano in una cornice pseudo riformatrice da “guerra santa” sempre di più destinata a generare confusione anziché a migliorare il panorama istituzionale nazionale. Se poi si aggiunge l’ultima chicca del governo Renzi che, con nota diffusa dal Gabinetto del ministro della Giustizia, anticipa la soppressione anche del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Calabria con sede a Catanzaro, accorpandolo insieme a quello della Basilicata al Provveditorato della Puglia nella città di Bari, si ha un quadro chiaramente nefasto del furore disfattista renziano scandito da un evidente fumus persecutionis nei confronti della nostra terra cancellando un ulteriore presidio di legalità».
«A fronte delle ormai palesi trame governative che ci riportano a realtà ottocentesche esaltando opzioni neo centraliste – conclude Chizzoniti – c’è da sperare che la pattuglia dei parlamentari calabresi tiri fuori gli attributi, schierandosi dalla parte giusta, difendendo ultra vires la regione che li ha eletti. Ovviamente, non mi illudo di Rosy Bindi, che resta una silente mercenaria arruolata con contratto a termine, mentre va doverosamente sottolineata, sul punto, la quotidiana ed apprezzata attenzione dell’onorevole Demetrio Battaglia del Pd».

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