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"Circolo formato", in appello regge l'impianto accusatorio

REGGIO CALABRIA Si conclude con tre assoluzioni e diversi sconti di pena che non sembrano però in grado di intaccare il castello accusatorio, il processo d’appello scaturito dall’inchiesta “Circolo…

Pubblicato il: 19/07/2014 – 5:42
"Circolo formato", in appello regge l'impianto accusatorio

REGGIO CALABRIA Si conclude con tre assoluzioni e diversi sconti di pena che non sembrano però in grado di intaccare il castello accusatorio, il processo d’appello scaturito dall’inchiesta “Circolo formato”, l’indagine così denominata per il battesimo di ‘ndrangheta che è riuscita a fotografare praticamente in diretta, ma soprattutto a colpire i vertici e affiliati alla cosca Mazzaferro di Marina di Gioiosa Jonica, a vario titolo accusati di associazione mafiosa e traffico e spaccio di stupefacenti. Un’impostazione che solo in parte sembra però aver tenuto alla prova dell’appello. Se viene infatti confermata la condanna per l’ex assessore ai Lavori pubblici del comune di Marina di Gioiosa Jonica Francesco Marrapodi, condannato dal gup a 6 anni e 6 mesi di reclusione, come per Salvatore Coluccio, cui vengono confermati i 3 anni inflitti in primo grado, crolla il castello accusatorio nei confronti di Rocco Totino, condannato in primo grado a 18 annie 8 mesi di carcere e in secondo solo a 2 anni di detenzione e 6mila euro di multa, mentre incassano un’assoluzione rotonda Silvano Pugliese, condannato a 12 anni in primo grado, Vincenzo Gargiulo, in primo grado punito con 11 anni e Raffaele Scali, condannato a 6 anni di reclusione. Arrivano invece riduzioni di pena per Vincenzo Commisso, punito con 9 anni di carcere in luogo dei 10 anni rimediati in primo grado, Guerino Mazzaferro che incassa 10 anni e 8 mesi invece dei 12 anni e 8 mesi rimediati in prima istanza, come pure Salvatore Novembre, condannato a 9 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione al 11 anni in precedenza rimediati. Passa invece da 16 anni a 12 anni e 4 mesi di carcere la condanna inflitta a Rocco Mazzaferro, mentre è di 9 anni la condanna disposta per Giuseppe Oppedisano, condannato precedentemente a 10 anni. Incassa infine una riduzione di tre anni di condanna Domenico Tarzia, precedentemente punito con 15 anni di reclusione dal gup, mentre passa da 13 a 9 anni e 8 mesi Salvatore Frascà. Sostanziale anche la riduzione di condanna ottenuta da Luca Mazzaferro, che passa dai 14 anni, 5 mesi e 10 giorni in primo grado a “soli” 11 anni a Luca Mazzaferro, mentre incassa solo poco più di un anno di “sconto” Giuseppe Pugliese, punito con 6 anni e 8 mesi in luogo 8 anni rimediati in primo grado. Scattata all’alba del 3 maggio nei confronti di presunti appartenenti al clan Mazzaferro di Marina di Gioiosa, l’operazione “Circolo formato” ha portato al fermo non solo di presunti capi e affiliati del clan Mazzaferro, ma anche di numerosi politici. Oltre all’assessore Francesco Marrapodi, cui oggi si conferma la condanna a sei anni e sei mesi di carcere, erano finiti in manette anche l’allora sindaco in carica Rocco Femia, nonché gli assessori Vincenzo Ieraci, e Rocco Agostino, tutti eletti in quelle amministrative dell’aprile 2008 che gli inquirenti ritengono drogate dalle cosche gioiosane dei Mazzaferro e degli Aquino. Degli amministratori coinvolti nell’indagine, solo Marrapodi ha scelto il rito abbreviato, mentre gli altri hanno tutti optato per il rito ordinario di fronte al Tribunale di Locri. (0050)

 

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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