«I primi risultati del rapporto Obi restituiscono l’immagine di un Paese ancora in forte sofferenza con una accentuazione maggiore al Mezzogiorno. Occorre accentuare un cambio di approccio che restituisca fiducia e sostegno alle imprese, consenta alla pubblica amministrazione di tornare ad investire nella necessaria opera di ammodernamento del Paese, segni un deciso momento di discontinuità rispetto alla recessione che stenta ad allontanarsi, sappia trasformare in ripresa i timidi segnali di inversione di tendenza che iniziano ad intravvedersi». Lo ha dichiarato il presidente di Confindustria Cosenza, Natale Mazzuca, intervenendo a Roma, presso la sala del Cnel, alla presentazione dei primi risultati del “Rapporto 2014 impresa e competitività”, l’indagine annuale realizzata dall’Osservatorio Banche – Imprese di Economia e Finanza (Obi). Il convegno, dal tema “La reazione delle imprese al diffuso clima di incertezza generato dal perdurare della crisi: si accentuano le diversità”, ha descritto un quadro generale dello stato di salute dei settori produttivi ed evidenziato le dinamiche economico-produttive delle diverse realtà territoriali, con lo scopo di offrire gli elementi necessari per definire le azioni per stimolare la crescita cercando di cogliere ed ottimizzare i primi effetti della ancora non immediata ripresa. All’evento romano il presidente di Confindustria Cosenza Mazzuca, intervenendo alla tavola rotonda insieme al responsabile Ricerca e innovazione Invitalia Luigi Gallo, a Cesare Imbriani dell’Università di Roma La Sapienza e Severino Nappi, assessore al Lavoro della Regione Campania, ha ribadito che «mancano significativi segnali di ripresa, permane elevato ed a rischio di ulteriore crescita il tasso di disoccupazione, l’approccio da parte delle banche continua ad essere di natura difensiva, le iniziative di sostegno all’economia da parte dei vari livelli di governo, centrale piuttosto che locale, stentano a mostrare segni di tangibile efficacia. Le proposte contenute nella sintesi finale del documento di Obi – ha concluso il presidente Mazzuca – vanno sicuramente nella giusta direzione frutto, come sono, di contributi, studi e ricerche molto qualificate. Serve darne attuazione con misure rapide, semplici nella fase di realizzazione, efficaci e tempestive nelle ricadute». I lavori del convegno, moderati dalla giornalista Monica Soldano, sono proseguiti conl’intervento di Adriano Giannola, presidente Svimez. I risultati che emergono dal rapporto sottolineano come la crisi economica continui ad incidere sulle performance economiche delle imprese. Le difficoltà sono comuni a tutti i settori produttivi, soprattutto quello delle costruzioni, anche se il manifatturiero appare in una situazione relativamente migliore grazie essenzialmente all’alimentare. Anche la gestione degli assetti finanziari è peggiorata (per il 31,5% delle imprese) e tra le motivazioni principali,oltre il 67% delle imprese intervistate indica il rallentamento della domanda finalee quasi il 45% l’allungamento dei tempi di pagamento. Il 2013 è stato un anno difficile per l’economia meridionale: il fatturato si riduce mediamente del 11,62%, il grado utilizzo impianti è il più basso (67,2% contro 70,9% dell’Italia) e la situazione finanziaria è in diffuso peggioramento (-32,8% a fronte del -17,5% dell’Italia). Tuttavia i valori del 2013 sono meno negativi dei corrispondenti del 2012 e con qualche prospettiva di ulteriore recupero attesa per il 2014.
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