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Infocontact, appello della Cgil a Renzi

Sono 1800 i lavoratori Infocontact che reclamerebbero problemi di retribuzione. Pertanto, secondo quanto si apprende da un comunicato diffuso alla stampa e sottoscritoo da Michele Azzola (Slc Cgil)…

Pubblicato il: 23/07/2014 – 11:26
Infocontact, appello della Cgil a Renzi

Sono 1800 i lavoratori Infocontact che reclamerebbero problemi di retribuzione. Pertanto, secondo quanto si apprende da un comunicato diffuso alla stampa e sottoscritoo da Michele Azzola (Slc Cgil) il Ministero dello sviluppo economico dovrebbe nominare i commissari straordinari il 24 luglio. «British Telecom (fornitore dei servizi di telefonia anche per il Ministero del Lavoro) – fa sapere la sigla sindacale – ufficializza di spostare la commessa ad altro sito, che non viene nemmeno dichiarato, lasciando i 280 lavoratori, ex dipendenti di British Telecom, a casa dal 1° di ottobre».

Secondo le dichiarazioni di Azzola, il disagio nascerebbe da un vuoto normativo tutto italiano: «Gli altri paesi europei – ha detto il rappresentante sindacale – hanno correttamente recepito i contenuti di una direttiva europea di tutela dei diritti dei lavoratori del 2001, (invece in Italia ndr) si genera ulteriore disoccupazione con costi enormi a carico delle casse dello stato mentre le committenze Enel, Wind, Con Te Assicurazioni, Poste Mobile, Vodafone, Telecom, Eni e, appunto, il Ministero del Lavoro, continuano fare utili a scapito dei lavoratori». Questo continuo esodo delle commesse contribuisce a generare un sistema insostenibile a scapito della «sempre più bassa qualità che viene offerta ai cittadini/clienti».

A rimetterci soprattutto i lavoratori impossibilitati a offrire una adeguata professionalità. E, paragonando la situazione italiana col resto d’Europa, l’esponente Slc Cgil ha dichiarato che altrove «la crisi dei call center è del tutto marginale. Le delocalizzazioni assumono invece rilevanza in Italia, proprio perché la normativa introdotta dalla direttiva europea impedisce scorciatoie come quelle utilizzate dai committenti italiani».

In conclusione, puntando il dito all’indirizzo di renzi, Azzola ha detto: «Il presidente del Consiglio ha il dovere di dire perché ostacola questo cambiamento, perché non vuole migliorare la qualità dei servizi a cittadini e clienti, perché rifiuta di dare una speranza ai giovani lavoratori del settore e infine perché si è allineato a chi, in questi anni, ha sfruttato il vuoto normativo per incamerare ingenti guadagni».
Di conseguenza alle dichiarazioni del segretario nazionale, a schierarsi dalla parte dei alvoratori è stato anche Segretario Generale Slc Cgil Calabria, Daniele Carchidi. Nel suo comunicato diffuso alla stampa, Carchidi ha sostenuto: «La vertenza Infocontact ha assunto chiaramente una rilevanza nazionale, è quello che chiedevamo con forza già da qualche mese e che è stato possibile grazie alla spinta delle segreterie nazionali ed alla lotta messa in campo dalle lavoratrici e dai lavoratori di Infocontact».

Dopo l’appello al ministero, per la convocazione del tavolo di crisi con le parti sociali, il segretario regionale ha voluto infine lanciare un messaggio chiaro alla politica locale: «Non saranno permessi sciacallaggi, strumentalizzazioni e campagne elettorali sulle spalle di questi lavoratori. La politica locale, quella con la P maiuscola, se vuol sostenere la nostra vertenza spinga sul governo affinché la vertenza Infocontact abbia l’attenzione che merita, così come fatto per Elettrolux, Alitalia e Piombino. Il presidente del Consiglio prenda in carico questa vertenza e contribuisca, con la sua autorevolezza, a raggiungere una soluzione che dia garanzia occupazionale a 1800 figli di questa terra».

 

b.g.

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