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Quel suono tra Primus e Alice in Chains

“Appearance” è il titolo dell’album – uscito a dicembre – della formazione power funk reggina Syndrome (Raffaele Bova voce; Claudio Bruno chitarra; Emanuele Triglia basso e Fabio Listo batteria): d…

Pubblicato il: 23/07/2014 – 15:32
Quel suono tra Primus e Alice in Chains

“Appearance” è il titolo dell’album – uscito a dicembre – della formazione power funk reggina Syndrome (Raffaele Bova voce; Claudio Bruno chitarra; Emanuele Triglia basso e Fabio Listo batteria): dieci tracce che la band presenta dopo un anno di duro lavoro in collaborazione con il produttore Maurizio Albanese e dopo il master affidato ai prestigiosi Abbey Road Studios di Londra. La band propone un power-funk decisamente elettrico e ritmato, e il disco è un viaggio nel mondo della tossicodipendenza. Non una semplice analisi del problematica, ma, uno scorcio di vita vissuta da chi vive la difficoltà di liberarsi dall’uso di stupefacenti. Le singole canzoni, tra suoni duri e delicati, portano l’ascoltatore verso un tortuoso percorso interiore scandito da diversi generi simboleggianti gli ambivalenti stati emotivi di chi si trova perso nello stato di alterazione indotto dalle droghe assunte. I testi, che sembrano non condannare mai l’utilizzo di sostanze, tramite metafore e allegorie tendono a dimostrare la vacuità che una vita così dissoluta nasconde in sé. Non solo la musica, ma, anche la copertina del disco contiene un messaggio forte per chi sa guardare, una grafica minimale che si carica di concetti fortissimi, quali l’amplificazione posticcia della propria percezione e della propria forza che si vive assumendo stupefacenti, ma che si rivela quanto mai vana e illusoria. Il primo singolo estratto da Appearance è “Angel”, brano che segna la conclusione del calvario esistenziale di un tossicodipendente e che diviene chiave di volta per la liberazione da tale schiavitù. La canzone rappresenta la potenza salvifica che esercita su di noi l’amore per ciò che ci sta più a cuore (la propria donna o la musica, l’arte o le piccole cose che rendono speciale la nostra esistenza) e che assurge ad angelica figura che ci accompagna e ci solleva dagli errori commessi.
A marzo è uscito “Bones”, il nuovo videoclip secondo estratto da “Appearance”, nome del tour conclusosi a fine maggio: un live compatto e ispirato come le dieci tracce presenti nel cd. Dal basso distorto dove riecheggiano i Primus ad atmosfere cupe che ricordano gli Alice in Chains, il funk non scade nel manierismo ma respira una contaminazione ampia e vibrante. Il videoclip Bones assieme al precedente “Angel” e al terzo – “Lurcking so deep” – fa parte di una trilogia che compone un cortometraggio usato nello spettacolo teatrale Rose Rosse 2.0 di e con Enzo dè Liguoro (lo spettacolo è patrocinato dal ministero della Salute e delle Politiche Sociali in collaborazione con Exodus). [0070]

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