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Erinni, i tre fratelli Rustico di nuovo davanti al Tdl

REGGIO CALABRIA Toccherà ancora una volta al Tribunale del Riesame di Reggio Calabria valutare l’impianto accusatorio nei confronti dei tre fratelli Pasquale, Giuseppe e Leone Rustico, arrestati ne…

Pubblicato il: 25/07/2014 – 8:58
Erinni, i tre fratelli Rustico di nuovo davanti al Tdl

REGGIO CALABRIA Toccherà ancora una volta al Tribunale del Riesame di Reggio Calabria valutare l’impianto accusatorio nei confronti dei tre fratelli Pasquale, Giuseppe e Leone Rustico, arrestati nell’ambito dell’operazione Erinni perché accusati a vario titolo di associazione mafiosa e altri reati. Per tutti, il gip di Palmi aveva emesso ordinanza di convalida del fermo, confermata dal gip di Reggio Calabria. Se per Giuseppe Rustico, difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Bruno Ganino, e Leone Rustico, difeso dall’Armando Veneto, il reato contestato è quello di associazione mafiosa, più grave – all’esito della sentenza del gip – sembrava essere la posizione di Pasquale Rustico, difeso dagli avvocati Armando Veneto e Gianfranco Giunta, cui i pm contestano non solo l’appartenenza ai clan di Oppido Mamertina, ma anche la corresponsabilità nel sequestro e successivo omicidio di Francesco Raccosta e Carmine Putrino. Un delitto che gli inquirenti hanno ricostruito analizzando le conversazioni del giovane rampollo del clan Simone Pepe, che con soddisfazione raccontava ad un coetaneo, senza omettere particolari raccapriccianti, come i due fossero stati uccisi e i loro corpi dati in pasto ai maiali. Elementi insufficienti – a detta dei legali – per arrivare a un’incriminazione dei propri assistiti. Una tesi bocciata dal Riesame, ma che i legali hanno deciso di sostenere anche in Cassazione, dove – nonostante la richiesta di rigetto del procuratore generale – la Corte in composizione feriale ha avallato la tesi dei legali, annullando con rinvio l’ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame. La Corte – stando a quanto hanno fatto sapere le difese – ha dunque dato visto buono alle tesi degli avvocati Veneto e Staiano, che hanno sostenuto l’infondatezza dell’ipotesi accusatoria sostenendo che gli indizi scaturiti dall’attività di indagine non avevano raggiunto la soglia della gravità indiziaria idonea per emettere il provvedimento a carico dei loro assistiti. Inoltre – fa sapere il collegio difensivo dei tre fratelli – «i penalisti hanno sostenuto che le dichiarazioni auto ed etero accusatorie intercettate nei confronti di una terza persona nel caso di specie non trovavano riscontro nella ricostruzione dei fatti». Una tesi che adesso toccherà a un nuovo Tribunale della libertà valutare.

 

Alessia Candito

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