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Villa Betania, il caos dei numeri

REGGIO CALABRIA «Fraudolento accesso da parte di Villa Betania agli ammortizzatori sociali e oltre 500mila euro corrisposti dall’Asp 5 nei primi sei mesi dell’anno 2014 e ciò nonostante residuano b…

Pubblicato il: 28/07/2014 – 13:35
Villa Betania, il caos dei numeri

REGGIO CALABRIA «Fraudolento accesso da parte di Villa Betania agli ammortizzatori sociali e oltre 500mila euro corrisposti dall’Asp 5 nei primi sei mesi dell’anno 2014 e ciò nonostante residuano ben sette mensilità non corrisposte ai sempre più frastornati dipendenti della struttura sanitaria». È questa la sintesi emersa nel corso dell’odierna conferenza stampa – di cui riferisce in un comunicato l’ufficio stampa del consiglio regionale – che il presidente della commissione di Vigilanza e controllo Aurelio Chizzoniti ha convocato a Palazzo Campanella per informare l’opinione pubblica circa «la non più tollerabile gestione del centro di riabilitazione reggino che dovrebbe avere esaurito la riserva degli alibi per non retribuire i dipendenti visto che l’Asp non solo ha documentato il pagamento di oltre 500mila euro per l’anno andante, ma anche il versamento all’Inps di quasi 145mila euro e 145mila euro per la regolarità contributiva che alla data del 19 giugno continua a non risultare regolare con il versamento dei contributi». «Mentre secondo la comunicazione ufficiale dell’Inps del 4 luglio 2014 – ha detto Chizzoniti – esistono ulteriori posizioni debitorie in fasi esattoriali, per un importo pari a 100mila, 311 euro e 20 centesimi, cui devonsi aggiungere altri 88mila, 495 euro e 39 centesimi. È incredibile il caos che ormai da tempo dilaga a Villa Betania nel cui contesto il dipartimento Lavoro della Regione Calabria, con nota numero 229072 del 14 luglio 2014, in ordine alla posizione di tre dipendenti in cassa integrazione ha riferito che “il decreto di concessione della cassa integrazione in deroga è stato momentaneamente sospeso in quanto il settore competente (Politiche sociali) ha segnalato all’ufficio ammortizzatori sociali che l’azienda in riferimento all’anno 2013 è stata beneficiaria di un contributo-retta omnicomprensivo in quanto convenzionata per la fornitura di prestazioni socio-sanitarie».
Secondo Chizzoniti, «detta situazione si appalesa in contrasto con quanto attestato da Villa Betania in sede di concessione della cassa integrazione in deroga, avendo la struttura predetta dichiarato “di non beneficiare di alcun incentivo connesso ai livelli e gli incrementi occupazionali”». «Non v’è dubbio – ha sostenuto Chizzoniti, secondo quanto riporta ancora il comunicato dell’ufficio stampa del consiglio regionale – che Villa Betania ha fatto ricorso a dichiarazioni mendaci, artificiose, ingannevoli e raggiranti per accedere a benefici cui non aveva diritto, mentre i tre dipendenti ovviamente pagano prezzi elevatissimi perché hanno scoperto di non aver diritto alla cassa integrazione. E così, nel silenzio assordante di sindacalisti allineati con la proprietà in una cornice di compiacente contiguità, si è anche registrata l’assunzione alla corte di Villa Betania della moglie di uno che recentemente non ha esitato a deporre in Tribunale contro un lavoratore frettolosamente licenziato schierandosi dalla parte di Villa Betania particolarmente sensibile ai problemi occupazionali della famiglia dello stesso. Non sorprende più di tanto il fatto che si tratta di un sindacalista già noto alle cronache cittadine quale presidente della famigerata Cooperativa Alicante al servizio della “Rappoccio Corporation”».
Chizzoniti ha reso noto altresì di «aver presentato qualche giorno addietro su tali ulteriori inquietanti novità un esposto integrativo alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria alla quale è già stata demandata la verifica della rilevanza penale connessa all’esercizio delle funzioni di direttore sanitario da parte di una dottoressa non in possesso dei titoli e requisiti di legge. Sollecitando indagini anche sulla modifica dell’orario del servizio di segreteria, con gravi ripercussioni sui piccoli pazienti, sul ricorso a consulenze esterne che mascherano rapporti di lavoro subordinati e ritardi dei versamenti dei contributi all’Inps». (0020)

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