CATANZARO La relazione del ministero dell’Economia e delle Finanze ha censurato il modo in cui la Regione Calabria ha gestito i contratti dei propri collaboratori e dipendenti. I suoi effetti, però, non valgono per tutti. Lo spiega bene una lettera inviata dall’avvocato Alfredo Gualtieri a tre dirigenti dell’ente (uno guida il settore economico del dipartimento Personale, gli altri due sono i direttori generali del Personale e della Presidenza, Umberto Nucara e Franco Zoccali) e alla presidente facente funzioni Antonella Stasi.
L’avvocato racconta, in poche pagine, quello che è capitato a Elena Scalfaro, viceprefetto e capo di Gabinetto del Presidente della Regione. Il funzionario ha firmato un contratto con la Regione, e quel contratto prevede la corresponsione di un’indennità di funzione di capo di Gabinetto. Questa indennità non c’è più: è scomparsa dal cedolino di pagamento. Per questa ragione, il viceprefetto ha chiesto dei chiarimenti. E, dalla burocrazia regionale, le spiegazioni sono arrivate in una raccomandata a mano recapitata lo scorso 29 luglio.
La mancata liquidazione dell’indennità è «conseguenza diretta» dei «rilievi mossi dall’ispettore del ministero delle Finanze», nonché «di quanto disposto con delibera regionale numero 283 dell’8 luglio 2014 (…) e precisamente nei casi di accertata fondatezza dei rilievi formulati, dei provvedimenti adottati e/o da adottare, idonei a eliminare le criticità rilevate». La Scalfaro e l’avvocato sono saltati sulla sedia. E hanno spiegato perché in poche righe: «Non si comprende perché mai “i rilievi mossi dall’ispettore del ministero delle Finanze” dovrebbero “valere” solo per il capo di Gabinetto e non anche per le tante posizioni attenzionate in detta relazione, prima tra tutte quella legata al “riconoscimento dell’ulteriore indennità assegnata ai direttori generali”».
Il senso è chiaro: «Se la relazione (assolutamente confutabile) deve essere “eseguita” (ma non è assolutamente così perché in tal senso non risulta si sia espressa la volontà collegiale della giunta), allora “diritto” vuole che tutte le posizioni vengano “sospese” al fine di evitare “ingiusti profitti”». E invece è toccato soltanto alla Scalfaro. «In più – spiega Gualtieri – il rapporto è disciplinato da contratto privatistico di lavoro che regolamenta, oltre agli aspetti giuridici, anche quelli economici, di certo non modificabili unilateralmente».
Insomma, la storia rischia di finire a carte bollate. E i boatos la colorano pure di gossip politico. Il fratello di Elena Scalfaro, Diodato, è il sindaco di Santa Severina. E pare che nel centro del Crotonese, che fa circa 1.800 votanti, il risultato di Peppe Scopelliti alle scorse elezioni europee sia stato un po’ misero. Poco più di una decina di voti sui 31 complessivi portati a casa dal Nuovo centrodestra. Bene, si dice che l’ex governatore non abbia gradito. E che nessuno dei suoi ex collaboratori si sia messo di traverso al momento di dare il via libera al riduzione di indennità ad personam. Di sicuro i motivi della sforbiciata sono altri. Ma, come si dice, a pensar male…
p. p. p.
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