COSENZA La guerra delle magnolie di piazza Santa Teresa pare lontana dall’essere finita, anche se le piante sono state spostate, secondo il diktat arrivato da Palazzo dei Bruzi. Il comitato spontaneo degli abitanti della piazza ha lungamente e inutilmente chiesto che i lavori di rifacimento di quel luogo fossero rimandati e che gli antichi alberi venissero risparmiati, ma il sindaco non ha inteso accogliere la richiesta dei cittadini e ha con una certa sicurezza garantito che le belle magnolie sarebbero state solo spostate e in massima sicurezza, avendo interpellato “esperti botanici”. E sulla questione arriva il parere della fonte probabilmente di maggiore autorevolezza, quella dell’Ordine provinciale degli Agronomi e dei dottori Forestali, che non è mai stato interpellato dall’amministrazione comunale.
La relazione è come prevedibile puntuale e rigorosa, spiegando nei minuti dettagli la pratica più idonea per procedere all’espianto degli alberi. Intanto la stagione giusta sarebbe stata la primavera, esattamente da marzo a maggio e non la fine di luglio, ma sono altri gli errori grossolani che sono stati commessi. Per esempio gli Agronomi sottolineano come le manovre di espianto sarebbero dovute essere fatte da una ditta operante nel settore, mentre la prima delle magnolie è stata sradicata dagli operai dell’impresa che ha vinto l’appalto dei lavori sulla piazza. Solo per quella successiva il Comune ha chiamato una ditta specializzata, ma che tuttavia non pare abbia usato le tecniche più giuste. Infatti sempre la relazione degli Agronomi avverte che l’espianto deve essere effettuato con «macchinari adeguati». Si tratta di una «trapiantatrice meccanica, le cui dimensioni devono essere adeguate alle dimensioni dell’albero», mentre come sanno tutti quelli che hanno potuto vedere, nell’espianto delle magnolie si è usato una banalissima ruspa, la cui benna ha quasi certamente reciso le radici delle piante. Ma gli errori non sono finiti, infatti gli alberi sono stati trapiantati senza la cura necessaria, visto che «la zolla che deve accompagnare la pianta deve essere del diametro dieci volte superiore a quello dell’albero», mentre le povere magnolie sono state semplicemente prese e ficcate nella terra. Anche la fossa che avrebbe accolto le radici della pianta sarebbe dovuta essere preparata, addirittura «sei mesi prima», mentre nel caso degli alberi della piazza questa cura non è stata nemmeno pensata.
A questo punto le rassicurazioni giunte da palazzo dei Bruzi circa la salvezza e la prossima buona salute delle belle magnolie rischiano di essere promesse al vento, visto che l’esito del trapianto dipende in grandissima parte dalla qualità del lavoro fatto, che alla luce della relazione degli Agronomi appare come se fosse stato realizzato da un circolo di appassionati del pollice verde. Da parte di Francesco Cufari, presidente dell’Ordine degli Agronomi giunge il rammarico per non essere stati consultati, né in questa situazione, né in generale per la gestione del verde cittadino, mentre Santa Teresa assiste impotente al sacrificio delle antiche magnolie sull’altare della realizzazione di un progetto urbanistico curiosamente simile a tanti altri in città.
m. g.
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