SALINE JONICHE «L’ipotesi di realizzazione della centrale a carbone di Saline Joniche mette ancora una volta in evidenza, e non se ne sente proprio il bisogno, l’inconsistenza dell’attuale classe politica calabrese e reggina». È quanto sostiene, in una nota, il segretario nazionale del Pri, Francesco Nucara. «La società Repower ideatrice e in ipotesi realizzatrice del complesso “carbonifero” – sottolinea il politico reggino – ha trovato e trova difficoltà per l’eventuale realizzazione, dopo il referendum nel cantone svizzero di Grigioni che si è espresso contro tale iniziativa. Al di là del risultato referendario svizzero, dove probabilmente si ha a cuore la salute dei reggini più di quanto non ne abbia la classe politica locale, cercherei di spiegare l’inutilità tecnica per l’Italia e la Calabria e i danni ambientali strettamente connessi con la declinante economia calabrese, accompagnata dalla disastrata situazione sociale reggina». Secondo Nucara, «la potenza massima installata in Italia secondo gli ultimi dati ufficiali è di 118 Gigawatt. I consumi medi lordi attuali di energia elettrica ammontano a 348.302 Gigawatt giornalieri. Con qualche moltiplicazione e divisione (118x365x24 otteniamo la produzione massima teorica di Gigawatt/ore ottenibile); se volessimo dimensionare la domanda di energia elettrica sui valori di picco di consumo, la potenza installata necessaria sarebbe di complessivi 56,5 gigawatt. Ben lontana quindi dalla potenza installata di 118 Gw, che pertanto risulta essere più del doppio di quella necessaria». Per questo l’investimento per realizzare la centrale «non sarebbe congruente con gli obiettivi al momento indicati dall’Italia» anche perché «la Calabria già registra un surplus di energia rispetto ai fabbisogni interni». Ma nonostante questo, sottolinea Nucara, «la politica reggina continua nelle sue ambigue risposte: forse che sì, forse che no». «I repubblicani vorrebbero sapere – tuona – , e molti cittadini con loro, cosa debba accadere perché queste autorizzazioni vengano concesse o negate. Considerato che esiste un piano energetico regionale che nega la costruzione di centrali a carbone; considerato altresì che la Calabria intera è attraversata da un potentissimo elettrodotto di Terna, che ha provocato in tempi non lontani le proteste di moltissimi sindaci della Sila e che tale elettrodotto si attesterà a Rizziconi prima di proseguire per la Sicilia; considerato infine che un ulteriore elettrodotto sarà costruito per trasferire l’energia elettrica prodotta a Saline (Dio non voglia!) verso altri lidi, ci chiediamo cui prodest tutto ciò». Da qui la precisazione: «I repubblicani gridano ancora un no forte e chiaro senza equivoci alla centrale a carbone e esprimono piena solidarietà al Comitato dei NO, cui sono richiesti i danni per avere espresso la loro contrarietà». (0090)
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