VIBO VALENTIA Stamattina è stata ripristinata la scorta a Nello Ruello, primo testimone di giustizia vibonese che con le sue denunce ha fatto condannare in via definitiva, per usura ed estorsione, diversi esponenti del clan Lo Bianco-Barba. Già ieri sera i vertici locali della Guardia di finanza, a seguito di una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, avevano comunicato al fotografo la riattivazione del servizio di tutela. La decisione arriva a due settimane dal pronunciamento del Tar del Lazio che, il 23 luglio scorso, aveva sospeso il provvedimento di revoca della scorta accogliendo un’istanza “ante causam” presentata dall’avvocato Giovanna Fronte.
La decisione di ridurre la tutela a Ruello a «vigilanza generica radiocollegata con sosta» nei pressi dell’abitazione e del negozio del fotografo era stata presa dall’Ucis (Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale) alla luce delle osservazioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza che, evidentemente, aveva ritenuto che Ruello non fosse più in pericolo. Ma nonostante l’intervento del Tar del Lazio avesse “congelato” questo provvedimento, la misura di sorveglianza, fino a stamattina, non era ancora stata riattivata. Per queste ragioni venerdì scorso il legale del testimone di giustizia aveva presentato un esposto alla Procura di Vibo chiedendo che si facesse luce su eventuali responsabilità omissive in relazione alla vicenda. Diverse delle persone condannate nel processo scaturito dalle denunce del fotografo oggi sono a piede libero.
s.pel.
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