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PRIMARIE PD | Si riparte da zero

LAMEZIA TERME Dimenticate tutto quello che è successo negli ultimi mesi: le primarie del centrosinistra come le abbiamo conosciute finora – con tanto di candidati (Oliverio, Callipo e Speranza), fi…

Pubblicato il: 11/08/2014 – 16:32
PRIMARIE PD | Si riparte da zero

LAMEZIA TERME Dimenticate tutto quello che è successo negli ultimi mesi: le primarie del centrosinistra come le abbiamo conosciute finora – con tanto di candidati (Oliverio, Callipo e Speranza), firme assembleari e degli iscritti a supporto, endorsement e scelte di campo – non esistono più. Si riparte da zero. Il comitato dei promotori, composto dai rappresentanti delle varie forze di centrosinistra, ha deciso di aderire alle “primarie per legge”. Significa che il nastro viene riavvolto dall’inizio, con la possibilità di vedere in pista nuovi candidati o di perderne qualcuno per strada. Alla riunione di oggi a Lamezia hanno partecipato tutti i rappresentanti delle sigle del centrosinistra: c’erano, tra gli altri, i segretari regionali Ernesto Magorno (Pd), Luigi Incarnato (Psi), Mario Caligiuri (Idv) e Mario Melfi (Sel). Tre i punti fondamentali approvati: adesione alle primarie istituzionali, contenimento del loro costo e, da ultimo, un esplicito “invito” alla vicepresidente della giunta, Antonella Stasi, a indire al più presto le elezioni regionali. Formalmente c’è tempo fino al 2 settembre per indire i comizi elettorali. La Stasi aveva assicurato che avrebbe agito prima di quella data, ma per il momento i calabresi non sanno ancora quando torneranno al voto.
Il centrosinistra, però, non perde tempo e, a pochi giorni dal Consiglio in cui è stata modificata la legge che le istituisce, avvia la procedura per le primarie svolte sotto l’egida della Regione. Non è un passaggio da poco, perché le candidature di Oliverio, Callipo e Speranza di fatto decadono e dovranno essere riconfermate attraverso una nuova raccolta firme. Un particolare che potrebbe cambiare le carte in tavola e consegnare nuovi protagonisti per la corsa a finale a Palazzo Alemanni. Il reset totale di quanto visto e stabilito finora sembra andare bene a tutti (tranne forse a Speranza). Vediamo perché.
Le primarie “gestite” dalla Regione, con tanto di ufficio elettorale composto da presidenti estratti dall’elenco della Corte d’appello, rassicurano Mario Oliverio, che – a torto o a ragione – è convinto di avere molte chance di vincere e vuole evitare che gli sconfitti paventino brogli e irregolarità che possano indurre la segreteria nazionale (di cui l’ex parlamentare si fida sempre meno) ad annullare le consultazioni, magari affidando la candidatura a un nome più gradito a Largo del Nazareno. Ma la via delle primarie regionali trova d’accordo (come confermato dalla decisione di oggi) anche Ernesto Magorno e i vertici romani. Il motivo è semplice: la segreteria nazionale non ha mai fatto mistero di preferire una soluzione unitaria (tipo Massimo Canale, poi cassato) a una disfida tra candidati di partito che potrebbe lacerare un Pd ancora fortemente instabile. Ma l’irriducibilità di Oliverio ha costretto il vicesegretario Guerini e lo stesso Magorno a schierare un “uomo d’area” come Callipo che – seppur stimatissimo in ambienti renziani – non rappresenta una candidatura in grado di unire le varie correnti democrat. La fiducia nel giovane sindaco di Pizzo – come dimostrano le dichiarazioni ufficiali della numero due del partito, Debora Serracchiani, e del ministro Lanzetta – rimane immutata così come la convinzione che alla fine possa riuscire a battere il favorito Oliverio. Ma è chiaro che l’annullamento di tutto e il ritorno ai blocchi di partenza rimette in gioco la possibilità di trovare soluzioni più condivise, ovvero di convincere il presidente della Provincia di Cosenza a fare un passo indietro, magari attraverso la candidatura di qualcuno che non sia Callipo.
Non sfugga un altro aspetto: i due disegni di legge che modificano la legge sulle primarie sono state presentate – e poi unificate – da una nutrita schiera di consiglieri Pd, con in testa Nicola Adamo (vicinissimo a Oliverio), e da Mario Maiolo, che invece non ha mai nascosto la volontà di mettersi in gioco per provare il grande salto alla guida della Regione. E infatti, dopo il termine del consiglio regionale di giovedì scorso, le agenzie pubblicano una nota di Maiolo nella quale il consigliere regionale avanza una proposta inedita: un “governo di responsabilità regionale” che unisca forze diverse, da molti considerato “trasversalista” ma che, probabilmente, rappresenta il “cavallo di Troia” attraverso cui l’ex assessore regionale intende partecipare alla sfida tutta interna al centrosinistra. Le primarie per legge, quindi, rimettono fortemente in gioco anche lui. Ora c’è una nuova raccolta firme da avviare (da 3mila a 4mila per ufficializzare la candidatura), e non è detto che Maiolo non provi a ritagliarsi il suo spazio accanto a Oliverio, Callipo e Speranza. Sempre che a Roma non riescano a trovare l'”uomo dell’unità” lungamente atteso.

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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