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Nel Pd cosentino sale la tensione

L’inaugurazione del circolo di San Lorenzo del Vallo è stata solo la scintilla, dopo mesi di rapporti tesi all’interno della federazione cosentina del Pd sembra arrivato il momento del redde ration…

Pubblicato il: 12/08/2014 – 15:47
Nel Pd cosentino sale la tensione

L’inaugurazione del circolo di San Lorenzo del Vallo è stata solo la scintilla, dopo mesi di rapporti tesi all’interno della federazione cosentina del Pd sembra arrivato il momento del redde rationem. Lo scontro tra renziani e cuperliani ormai appare esploso e di difficile ricomposizione. Ora la vicenda arriva sulla scrivania di Matteo Renzi – che giovedì sarà in Calabria – a cui si sono rivolti alcuni dirigenti del partito cosentino per chiedere un suo intervento.
Il casus belli è proprio l’inaugurazione del circolo Pd a San Lorenzo l’11 agosto alla presenza del segretario regionale Ernesto Magorno. Il segretario provinciale, Luigi Guglielmelli, va su tutte le furie e contrattacca arrivando a chiedere le dimissioni di Magorno dalla guida del partito. «La nostra azione – scrive Guglielmelli – mira a far nascere circoli del Pd e non feudi personali o peggio enclave di correnti e fazioni. Per questo abbiamo richiesto procedure pubbliche, aperte e democratiche per consentire a tutti di potersi iscrivere. Pertanto non ho autorizzato il circolo di San Lorenzo poiché intendevo procedere con un regolamento chiaro in grado di non suscitare polemiche e scontentare nessun simpatizzante». E ancora: «Spero davvero che l’episodio di ieri a San Lorenzo del Vallo sia stata solo una svista ma qualora si procedesse allo stesso modo in altri comuni non potrei che prendere atto di un disegno strategico illegittimo e immorale della segreteria regionale di violare lo Statuto del Pd e di delegittimare le Federazioni provinciali».
La replica arriva con una lettera inviata a Matteo Renzi, nella sua qualità di segretario nazionale del Pd, e firmata da oltre 250 dirigenti del partito calabrese. Il folto gruppo di renziani non usa giri di parole: «In queste condizioni non è più possibile continuare». Nel documento si riassume quanto avvenuto nella federazione cosentina a partire dal Congresso provinciale che «si è svolto con la sola parte cuperliana in campo, in seguito al ritiro dell’area Renzi che aveva denunciato con una serie di ricorsi l’impraticabilità democratica in cui si agiva nella fase congressuale, e la violazione del regolamento e dei basilari principi di confronto politico. Da allora la Federazione provinciale di Cosenza è finita nelle mani di un segretario, Luigi Guglielmelli, che vive e opera ad esclusivo servizio di un ben precisato gruppo di potere interno del partito». Il quadro tracciato dal gruppo di dirigenti è impietoso: «In federazione viene impedita ogni forma di pluralità democratica, si utilizza la rete per minacciare coloro che non sottostanno alle scelte imposte dalla segreteria, viene gestito in forma privata il tesseramento al partito, non vengono autorizzati i circoli territoriali che non risultano di stretta obbedienza (l’ultimo quello di San Lorenzo del Vallo, dove nemmeno la presenza del segretario regionale del partito, Ernesto Magorno, è servita a placare i bollenti spiriti del segretario provinciale che è arrivato ad attaccare pubblicamente Magorno fino a chiederne le dimissioni! Così come per il circolo di Rossano e di altre realtà)». «Il comportamento del segretario Guglielmelli – si legge nella lettera – è stato fazioso anche durante le ultime elezioni amministrative. Potremmo citare tantissimi casi, ma ricordiamo soltanto quello gravissimo di Serra Pedace, dove Guglielmelli ha inteso sostenere dal palco la lista avversaria a quella del Pd, nonostante in quel comune si siano tenute regolarmente le primarie. Il segretario provinciale del Pd di Cosenza ha la sfrontatezza di minacciare, tramite Facebook, coloro che intendono candidarsi al consiglio regionale, affermando in tono minaccioso che “le liste le fa l’Assemblea provinciale”. La sua azione politica è tutta tesa a sostenere e ad affermare i circoli e gli uomini che a lui si dichiarano fedeli. Mentre lo stesso è totalmente asservito ad una parte del partito, per la quale lavora costantemente, mettendo a disposizione mezzi, risorse e strutture della federazione».

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